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La scrittrice Grandinetti: Lamezia, dove sta la nostra indignazione?

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La scrittrice Grandinetti: Lamezia, dove sta la nostra indignazione?

La scrittrice Grandinetti: Lamezia, dove sta la nostra indignazione?

Pubblichiamo la lettera di protesta di Daniela Grandinetti, docente e scrittrice, che denuncia il forte stato di degrado materiale e sociale in cui versa la città di Lamezia Terme.

Di seguito il testo integrale:

“Da una parte il Castello che domina sulla città vecchia, la bellezza della vista sul golfo e sul mare. Poi ti volti e la visione è questa riportata nelle foto. Poco più avanti, sulla destra, in uno spiazzo, c’è una vera e propria discarica.

Mi è parsa così, oggi, Lamezia: una città bella e maltrattata, nella quale immagini come queste sono così frequenti che nemmeno ci facciamo più caso.

Mi sono chiesta: dove sta la nostra indignazione?

Quando sono arrivata a casa ho poi letto l’intervista del Commissario Alecci pubblicata oggi sulla Gazzetta del Sud.

Ed ecco allora che l’indignazione di cui sopra, almeno a me, è scattata, furibonda. Mi perdoni il Prefetto, la mia ovviamente non è una valutazione sulla persona, ci mancherebbe, ma soltanto l’espressione di un punto di vista. Io l’ho trovata patetica nei toni e ingiusta verso questa città e i suoi cittadini.

Il titolo introduce all’intervista con: “una situazione di solitudine mi ha sempre accompagnato da nove mesi in questa città”.

Da cittadina che segue le vicende e si informa, mi risulta al contrario che associazioni sportive, culturali, politiche e via discorrendo sono state ricevute infinite volte dal Commissario, pronte alla collaborazione e alla condivisione delle problematiche, che nessuno peraltro ha mai negato. Ci sono i problemi e vanno risolti.

A tutti sono state delle risposte che hanno lasciato sperare in una pronta risoluzione dei problemi (vedi ad esempio la chiusura degli impianti sportivi) ma quando si arriva al dunque la situazione in essere contiene sempre la stessa risposta: in sintesi, io sono uomo di legge, rivolgete le vostre accuse a chi prima di me.

La scrittrice Grandinetti: Lamezia, dove sta la nostra indignazione?
Lamezia, dove sta la nostra indignazione?

Questo lo abbiamo imparato, sappiamo, ce ne siamo perfino fatti una ragione: ma si può lasciar morire una città ricca come Lamezia Terme con questa solfa che sentiamo da nove mesi? Dov’è l’azione amministrativa?

Va bene la legge e il rispetto di essa, ma lei – Signor Prefetto – non ci può far sentire come quei figli che devono scontare le colpe dei padri, perché Lamezia è fatta anche da migliaia di cittadini onesti che non avrebbero certo voluto lo scioglimento per la terza volta di un consiglio comunale, ce ne sono moltissimi che non lo meritano e hanno bisogno di risposte.

In una parola: che si amministri questa città decentemente, applicando le regole di legge, ma agendo, assumendosi la responsabilità dei propri atti.

Non sono una leguleia quindi non entro nel merito di campi che non mi competono e sui quali potrei dire cose inesatte, non è questo lo scopo di questa mia lettera, rivolta soprattutto a quella parte di città che è stanca, offesa e vorrebbe vivere nella decenza.
Il degrado crescente è sotto gli occhi di tutti: culturale, sportivo, ambientale.

Oltretutto lei non è solo, ma affiancato da dirigenti che suppongo siano pagati perché la normale amministrazione vada avanti.

Dove sono costoro? Cosa stanno facendo? Credo spetti anche a loro parte delle responsabilità. Può lei continuare a ripetere la stessa cosa a noi, figli cattivi di questa città non in grado di eleggere rappresentanti adeguati? È una condanna alla collettività e al buon senso che trovo terribilmente ingiusta ed evasiva.

Se io da insegnante dicessi ai miei alunni: fate ciò che volete, basta non vi facciate male altrimenti passo dei guai e li lasciassi lì a divertirsi e imbrattare mentre io me ne sto a leggere un libro alla cattedra, limitandomi a una sommaria sorveglianza, credo qualcuno prima o poi verrebbe a chiedermene conto.

Io ho la responsabilità della crescita e dell’educazione di quei ragazzi.

Se nessuno si era mai accorto che le strutture, per dirne una, non avevano le autorizzazioni, per quanto dovremo scontarne il prezzo? Il passato è passato, punto e a capo.

Abbiamo bisogno di risposte perché, mi perdoni, sono i cittadini a essere soli con le loro domande”.

Daniela Grandinetti

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