Grandinetti: ricorso al Tar della Calabria per esclusione Ti.Gi. da bando teatri
3 min di letturaLa conferenza stampa questa mattina alla presenza di Grandinetti e del suo legale Andrea Falvo
LAMEZIA. “Difendersi per difendere…”, un incontro dal titolo fortemente significativo e profondamente voluto da Francesco Grandinetti per fare il punto sul ricorso presentato al Tar dall’associazione culturale Ti.Gi., con la presenza di Andrea Falvo, uno dei legali di Grandinetti.
“Ho ritenuto di difendere la mia associazione culturale TI.GI. (Teatro Grandinetti), i propri collaboratori storici e con essi tutti quanti si trovano nella condizione di soccombere davanti una burocrazia che fa della discrezionalità uno strumento di potere. Ma io non ci sto e ho, per adesso, presentato con il mio avvocato Andrea Falvo il ricorso al Tar. Costi quel che costi”.
Una vera azione legale contro il Comune di Lamezia Terme per fare chiarezza sull’esclusione della stessa associazione dal bando per la gestione dei teatri comunali cittadini, che a suo tempo era stato prorogato e aperto a soggetti anche non del posto che, diversamente, non avrebbero potuto altrimenti partecipare in quanto non fornitori di servizi tecnici
Il bando in questione prevede l’offerta che riguarda anche la stagione teatrale, l’associazione Ti.Gi che ha gestito il teatro fino allo scorso appalto, con ultima proroga scaduta il 31 luglio, ha presentato un’offerta che in seduta di gara è stata esclusa dalla procedura in questione. È stato così presentato ricorso al Tar poiché diverse sono state le situazioni non lineari a riguardo e certamente si avrà modo di stabilire se sono state compiute delle scorrettezze, questo anche all’interno della stessa nomina della commissione.
Un ricorso dovuto quindi proprio perché si sono verificate delle situazioni che potrebbero portare la stessa amministrazione a prestare più attenzione a come operano gli uffici e soprattutto un modo per salvaguardare l’importante lavoro dell’associazione Ti.Gi. e dello stesso Grandinetti che si dice vittima di illiceità, se non giuridiche quanto meno etiche, da parte delle decisioni della dirigente Aiello e del funzionario Costanzo.
“Siamo gli unici a poter garantire determinate qualifiche, che nel bando non sono state tenute nella giusta considerazione a discapito di altre. Il requisito di iscrizione al MePA è fondamentale, e, fra le associazioni che hanno partecipato alla gara solo la mia era iscritta alla MePA”, spiega Grandinetti per il quale diventa quindi importante andare fino in fondo al problema della pratica che ha causato l’esclusione, e della quale sta attualmente producendo altri atti che vaglieranno i suoi legali.
Mentre la stagione teatrale si avvia quindi a un momento di stallo, altra nota dolente, ribadisce Grandinetti, è quella dei servizi cinematografici terminati a fine giugno, ma senza un bando emanato nonostante l’indirizzo della giunta. A proposito arrivano le parole accorate di Grandinetti, preoccupato in particolare dal fatto che, a causa degli ostacoli posti dalla dirigenza, il cinema potrebbe non riaprire presto. Se ciò dovesse avvenire potrà dirsi chiuso nuovamente il cinema a Lamezia. “Siamo di fronte ad un apparato burocratico che sembra avere più potere decisionale anche del sindaco”.
Valentina Dattilo