Il Greco antico: un logos multidisciplinare
3 min readHo amato quella lingua per la sua flessibilità di corpo allenato, la ricchezza del vocabolario nel quale a ogni parola si afferma il contatto diretto e vario della realtà, l’ho amata perché quasi tutto quel che gli uomini hanno detto di meglio è stato detto in greco.
( M. Yourcenar, Memorie di Adriano, a cura di Paola Bonichi, Einaudi Scuola, Farigliano, 1996, p. 37)
Ad uno sguardo più attento quest’amore, poi, è generazione di vita: sarebbe degenere non rigenerarsi alla fonte antica, c’è un debito di ri-conoscenza! Dal cascame dell’Ellade è venuta fuori la curiosità per ogni cosa:
- Gli Elementi di Euclide, per la geometria;
- L’Almagesto o Il Grande Trattato di Tolomeo, per l’astronomia;
- Delle parti del corpo umano di Galeno, per la fisiologia e la medicina;
- Le parti degli animali di Aristotele, per la zoologia;
- La storia delle piante di Teofrasto, per la botanica;
- La Politica dello Stagirita, per l’educazione alla convivenza umana;
- La Grammatica di Dionigi Il Trace, per l’analisi morfologica;
- Della sintassi di Apollonio Discolo, per la disposizione verbale;
- La Retorica e La Poetica di Aristotele, rispettivamente, per l’arte della parola e per la teoria / e la critica letteraria;
- Il trattato di armonica di Aristosseno, per la musica.
E poi il greco ha una marcia in più per la cura del passato, che trasla nella comunicazione scritta: bella comprensione di senso! L’imperfetto, ad esempio, lavora più del presente: ed è per questo che ha avuto un aumento; per la serie, il qui ed ora hanno una prospettiva solo in funzione di un allora.
Il futuro come memoria del presente è tutto radicato in questo sacro alfabeto!
Sconfinando nel mare dell’ambiguità, la lingua antica si presta a tanti giochi di equivoci, e qui ha tante chicche da vendere a Zelig, per una strana ermeneutica ad orecchio:
μή φατε κακά : Non dite cose cattive!
πίνω κἀγώ : bevo anch’io!
Insomma, di gusto e non poteva non esserlo nella parola più lunga del suo lessico, che appartiene, e qui concludo, al mondo culinario:
Il nome di una pietanza immaginaria menzionata dal commediografo Aristofane nella commedia Le donne al parlamento: Ostrichetrancidipescesalatocagnoligattuccipezzidicefaloinsalsapiccantesilfiooliomieletordimerlicolombaccicolombellegallettilodolearrostocutrettolepiccioniselvaticilepricottenelvinocroccanticantuccini.
Il testo originale in greco, riportato sia in alfabeto greco sia traslitterato in alfabeto latino, è il seguente:
(GRC)
« λοπαδοτεμαχοσελαχογαλεο- |
(GRC)
« Lopadotemachoselachogaleo- |
(vv. 1169-1175) |
La parola originale greca conta centosettant’uno caratteri ed è la più lunga parola conosciuta della letteratura greca antica: per secoli è stata dunque la più lunga parola conosciuta al mondo.
La pietanza è una fricassea, con almeno sedici ingredienti agrodolci, fra cui:
- ostriche (λοπαδο-)
- tranci di pesce (-τεμαχο-)
- pesci della sottoclasse degli elasmobranchi (-σελαχο-)
- teste di piccoli squali (-γαλεο-κρανιο)
- pietanze fatte da vari ingredienti dal gusto forte, grattugiati e pestati (-λειψανο-δριμ-υποτριμματο)
- silfio (-σιλφιο-), pianta del genere Ferula
- granchi, gamberi o aragoste (-καραβο-)
- miele (-μελιτο-)
- labridi o turdidi (-κατακεχυμενοκιχλ-)
- una specie di pesce di mare oppure merli (-επικοσσυφο-)
- colombi (-φαττο-)
- colombacci (-περιστερ-)
- pollo (-αλεκτρυον-)
- testa arrostita di tuffetto (-οπτο-κεφαλλιο-κιγκλο-)
- colombe (-πελειο-)
- lepre (-λαγῳο-)
- mosto (-σιραιο-)
Il tutto immerso in ali o pinne (-βαφη-τραγανο-πτερύγων).
Quindi, un Greco da full immersion!
Prof . Francesco Polopoli