Grido d’allerta dei lavoratori SACAL: un sistema di sfruttamento e silenzio
2 min di letturaUn grido di aiuto dai lavoratori della SACAL: schiavitù, ricatti e un sindacato complice
Comunicato Stampa
I lavoratori della SACAL denunciano la scandalosa situazione che si è formata negli aeroporti in Calabria, dovuta ad una realtà incredibile a causa di sindacati accondiscendenti e lavoratori che sono diventati schiavi di continui ricatti che da diverso tempo creano panico e malessere.
Come lavoratori, siamo costretti a scrivere in anonimato perché non possiamo manifestarci a causa dei continui ricatti ai quali siamo assoggettati, dovendo obbedire ai diktat dei sindacati, che d’accordo con la società, ci hanno imposto regole al di fuori di quanto previsto, facendoci lavorare sotto pressione e fuori da ogni regola.
Addirittura, abbiamo assistito più volte alla presenza di una sindacalista che utilizzando gli uffici del postholder, si riunisce in modo ufficioso con noi, per dettare le regole del gioco. Lo fa in modo indisturbato, generando un vero e proprio conflitto di interessi perché la sindacalista in questione è strettamente legata al responsabile d’azienda, facendo il buono ed il cattivo tempo.
Purtroppo, non abbiamo la possibilità di denunciare ufficialmente questi episodi, perché saremmo sottoposti ad azioni che, come già è successo, metterebbero a rischio il nostro lavoro, che non possiamo assolutamente permetterci di perdere.
Il lavoro è cresciuto e pensavamo di poter stare meglio. Invece, dal punto di vista lavorativo la situazione è notevolmente peggiorata.
Il tutto avviene senza vergogna ed in modo indisturbato. Come un sindacato può riunirsi con i lavoratori in modo ufficiale dentro la stanza dei responsabili, più e più volte, senza che l’azienda intervenga? È chiaro che siamo vittime di un sistema consolidato, dove sono tutti d’accordo.
Noi lavoratori siamo diventati vittime di un sistema irriconoscibile, dove sono tutti responsabili nessuno escluso.
Non abbiamo il coraggio di reagire, ed è per questo che non possiamo esporci ufficialmente.
Speriamo che questa lettera viene pubblicata e che qualcuno vuole intervenire di fronte al nostro grido d’allarme, perché non crediamo più in nessun sindacato. Nessuno ci difende, ma non possiamo perdere il lavoro.
I lavoratori della Sacal