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Gruppo area Talerico: il Sud deve ribellarsi a questa vergognosa autonomia differenziata

4 min di lettura
antonello talerico

Con l’approvazione di questa autonomia differenziata sono esposti a rischio anche il diritto alla salute, il diritto alla tutela ambientale, il diritto all’istruzione, il diritto alle prestazioni socio-assistenziali per il rischio per molte Regioni di non poterli garantire altrochè livelli essenziali delle prestazioni!

In realtà l’intero sistema dei diritti fondamentali rischia il collasso, proprio in quelle Regioni meno ricche e meno attrezzate, con un aumento del gap con il resto d’Italia che sarà inarrestabile e devastante.

Un disastro a cui hanno concorso un pò tutti, poiché alla fine hanno vinto coloro che da anni volevano la secessione dell’Italia, allontanando sempre più il Sud dal Nord.

Come fidarsi di uno come Calderoli che voleva l’indipendenza di un lembo di terra italica, la Padania!

Come farà il Presidente Mattarella a promulgarla, dopo aver “criticato” solo qualche settimana fa il testo di questa Legge.

Sono troppe le contraddizioni di un testo di Legge approvato al buio, sottoscritto come un foglio in bianco, che presenta gravi lacune procedurali, di copertura assicurativa, di metodo, di attuazione e di individuazione del fabbisogno standard, basato sui costi standard commisurati alle esigenze delle singole Regioni.

Peccato che nulla di tutto ciò sia stato mai calcolato, analizzato o verificato.

In pratica le Regioni del sud si sono fatti un mutuo senza dimostrare la capacità reddituale e senza sapere se avranno le risorse necessarie per pagare le rate mensili!

Manca, difatti, la definizione generalizzata dei Lep (cioè su quanto necessario per il funzionamento dei livelli essenziali di prestazioni) e manca la individuazione per materia trasferibili alla Regioni o ambito di materie del fabbisogno standard nazionale, ottenuto dalla somma dei fabbisogni standard regionali, di cui nessuno si è preoccupato.

In questa Legge le componenti fondamentali sono state rinviate tutte a data da destinarsi, dalla definizione dei Lep (quali sono i livelli essenziali delle prestazioni che dobbiamo garantire ai cittadini) ed i costi/fabbisogni standard, alla adozione dei rispettivi decreti legislativi e, quanto alla copertura delle spese relative, alle leggi di bilancio annuali e triennali.

Ecco perché possiamo dire che sono riusciti a dividere una nazione, dove le Regioni più forti stabiliranno cosa sarà sufficiente garantire e cosa garantire ed in quale parte della Nazione!

Ciò perché nessuno ancora sa quante risorse verranno destinate (se verranno destinate) rispetto alle singole materie che verranno trasferite per competenza alle Regioni, le quali dovranno supportarne costi e copertura finanziaria, con inevitabili tagli sulle materie più onerose, come la sanità!

E noi dovremo fidarci di Calderoli che ci dice che vedremo annualmente quante risorse saranno necessarie, come se si trattasse di bruscolini e non di miliardi di euro, facendo finta di dimenticare che da anni– e, quindi in contrasto con le previsioni e prospettazioni di questa Legge sull’autonomia- hanno costretto tutti i Governi, a procedere ai vari tagli finanziari proprio sulle politiche sanitarie, sulle politiche socio-assistenziali, sulla scuola e sull’ambiente.

E questi ci dicono che le Regioni dovranno individuare nuove risorse per le nuove competenze!

Un grave vulnus rispetto all’attuazione di alcuni diritti fondamentali (tutela della salute, tutela dei diversamente abili, del diritto all’istruzione, della tutela ambientale, etc…) che per molte Regioni non sarà possibile garantire ai loro cittadini, i quali non avranno neanche la possibilità di ottenerli fuori Regione, salvo non pagare tutto di tasca propria!

Difatti, prendendo in considerazione una Regione come la Calabria, laddove il proprio gettito fiscale non dovesse essere sufficiente per garantire i livelli essenziali delle prestazioni (ovvero servizi e diritti che verrebbero esclusi per i cittadini calabresi), avrà due alternative: o aumentare la pressione fiscale e tributaria sui singoli abitanti (più tasse e meno diritti e servizi), con la necessità di ricorrere ad una attività aggressiva per l’accertamento e la riscossione delle tariffe e tributi propri, oltre a quelli dovuti anche allo Stato; o negare l’attuazione dei diritti fondamentali, come quello della salute e/o socio-assistenziali.

Si aggiunga, invece, che per quelle materie dove la Legge sull’Autonomia esclude una previsione di Livelli essenziali delle prestazioni, incomberà sulla Regione un aggravio finanziario per la necessità di trovare – nella già drammatica situazione attuale – le risorse sufficienti per poter attuare diritti e servizi ai cittadini, già oggi per buona parte non garantiti nonostante i minori oneri e costi!

Stante tale insuperabile quadro questa Legge sull’autonomia differenziata non potrà essere attuata, salvo non voler escludere per buona parte dei cittadini diritti e servizi essenziali.

Dinnanzi a tale sciagurata approvazione della Legge sull’Autonomia differenziata (o regionalismo differenziato), non resterà che promuovere un referendum abrogativo.

Ciò che il popolo (in particolare quello che vive nel profondo Sud) non voleva e qualcuno ha voluto imporre, il popolo dovrà smantellare.

Antonello Talerico – Consigliere Regionale
Giorgio Arcuri – Assessore Comunale Catanzaro
Antonio Borelli – Assessore Comunale Catanzaro
Giuseppina Pino – Assessore Comunale Catanzaro
Francesco Assisi – Consigliere Comunale Catanzaro
Antonio Barberio – Consigliere Comunale Catanzaro
Manuela Costanzo – Consigliere Comunale Catanzaro
Rosario Lostumbo – Consigliere Comunale Catanzaro
Giulia Procopi – Consigliere Comunale Catanzaro
Francesco Scarpino – Consigliere Comunale Catanzaro

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