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Guccione: errore gravissimo abbassare la guardia sulla pandemia

3 min di lettura

Abbassare la guardia sulla pandemia sarebbe un errore gravissimo, considerando anche l’emergere e il diffondersi di nuove e pericolose varianti, come quelle Delta e Delta +

Comunicato Stampa

La situazione è sicuramente migliorata, ma dobbiamo restare cauti perché, come dimostra la vicenda inglese, il Covid ancora non è stato sconfitto.

Non possiamo permetterci di commettere gli errori del passato, serve aumentare i test su casi sospetti e contatti sintomatici, realizzare efficaci screening e correggere ciò che non ha funzionato durante le ondate della pandemia, soprattutto nella nostra regione.

Non si può continuare a utilizzare gli ospedali calabresi in modo promiscuo, non separando le normali attività dai reparti Covid. Abbiamo bisogno di ospedali completamente dedicati al Covid, per evitare che il contagio si estenda o la diffusione di focolai.

Noto troppo rilassatezza in chi ha la responsabilità di gestire la sanità calabrese.  Ancora mancano, ad esempio, le necessarie risorse utili a garantire il funzionamento dei centri vaccinali, il personale delle Usca (Unità speciali di continuità assistenziali) e delle Cot (Centrale operativa territoriale) risulta essere sottostimato e non sono ancora state retribuite le ore di straordinario svolte fino ad oggi (vengono pagate, se va bene, le 20 ore settimanali). Addirittura, l’ultima retribuzione per i giovani precari di Usca e Cot risale allo scorso mese di marzo. E non sono state riconosciute le ore di straordinario effettuate dagli operatori sanitari e amministrativi che hanno inserito sulla piattaforma regionale i dati dei vaccinati. Indennità che non sono arrivate neanche a medici, infermieri e oss che giornalmente svolgono le loro funzioni oltre l’orario di lavoro.

Il paradosso è che si pretende il raggiungimento degli obiettivi ma poi non si fa nulla per fare in modo che il personale possa lavorare nel migliore dei modi e con le strumentazioni necessarie. Guarda caso la Calabria è una delle ultime regioni a non aver utilizzato tutti i fondi Covid del Governo per fronteggiare l’emergenza Covid e per potenziare i servizi, l’assetto assistenziale e mettere in campo le misure necessarie a fronteggiare nuove ondate.

Nel frattempo, stanno per scadere i contratti a tempo determinato di tantissimi medici, infermieri e oss che hanno lavorato in questi mesi e avviato la campagna di vaccinazione di massa dei calabresi. Questi contratti devono essere prorogati, non solo per monitorare e avviare una maggiore campagna di screening per la popolazione, ma è opportuno che la macchina rimanga in moto per evitare il rischio di farsi trovare impreparati di fronte a nuove possibili ondate.

Tra l’altro, nonostante le diffide del commissario Longo ad Asp e Aziende ospedaliere, non si è proceduto a centinaia di assunzioni già autorizzate e finanziate dall’Ufficio del commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro.

Nell’Asp di Cosenza sono stati dati milioni di euro ad aziende private per il servizio di disinfestazione, mentre è ancora in standby una selezione a tempo determinato di disinfettori muniti di patentino, e sono inoltre previste assunzioni di 34 tecnici disinfettori a tempo indeterminato. Nel frattempo, però, si continua a privilegiare il privato.

A questo punto è necessario un confronto pubblico con tutti i soggetti e gli attori che hanno, e hanno avuto, un ruolo nella gestione del contrasto della pandemia, in modo da fare il punto su quanto è accaduto e sta accadendo in Calabria e correggere gli errori fatti in passato, rendendo più efficiente l’intero sistema sanitario. È bene ricordare che la Calabria, ancora oggi, è l’unica regione a non avere il Piano di contrasto alla pandemia.

Carlo Guccione
Consigliere regionale PD

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