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Guerra in Ucraina e iniziative per una tregua

3 min di lettura

“Chiunque guardi con libertà di pensiero non può non prendere atto del fallimento delle strategie finora adottate dai paesi occidentali”

comunicato stampa

Siamo uomini e donne appartenenti a culture politiche e confessioni religiose diverse che, a Pizzo, bellissima cittadina del Tirreno calabrese, su iniziativa del “Comitato Fermare la Guerra “, ci siamo trovati a discutere di come porre fine alla tragedia ucraina.

Chiunque guardi con libertà di pensiero non può non prendere atto del fallimento delle strategie finora adottate dai paesi occidentali (Italia compresa).

Tutte le previsioni dei governi, degli strateghi e dei commentatori si sono rivelate per quello che realmente erano: propaganda di guerra.

L’invio di armi sempre più sofisticate non ha accelerato la fine del conflitto e ha invece provocato centinaia di migliaia morti, milioni di profughi e devastazioni spaventose.

L’Ucraina, già prima del conflitto, era il paese con il più basso indice di natalità al mondo; ora che milioni di donne sono fuggite e centinaia di migliaia di giovani sono morti il ricambio generazionale è diventato impossibile.  Ogni giorno di guerra in più vuol dire più morti e meno futuro. L’Ucraina, quando la guerra finirà, potrebbe essere una terra senza popolo.

È questo che vuole l’Occidente?

Pur auspicando noi una pace rapida e duratura, ci rendiamo conto che il livello dello scontro è arrivato ad un punto tale che il massimo ottenibile al momento, e per lungo tempo, può essere soltanto una tregua. Come abbiamo detto nel corso del dibattito, se vediamo due o più persone che cercano di ammazzarsi la prima cosa che abbiamo il dovere di fare è cercare di separarle. Stare preventivamente a discutere su chi abbia ragione, o peggio ancora dare un’arma a quello che può sembrarci più debole o più simpatico, significa alimentare lo scontro e l’odio.

CHIEDIAMO

quindi a Voi tutti (e alle Istituzioni da Voi guidate) di farvi interpreti del sentimento della maggioranza del popolo italiano (e siamo certi anche di quelli ucraino e russo) e promuovere tutte le iniziative possibili per una tregua senza condizioni o almeno per sostenere i tentativi avviati dalla Santa Sede.

Ci saranno poi lunghi tempi per comprendere le ragioni, i torti e le responsabilità, sia dei diretti contendenti sia dei fomentatori esterni.

Fermiamo la guerra prima che l’Ucraina venga cancellata; prima che si passi alle armi di distruzione di massa e che l’Europa diventi un immenso cimitero.

I nostri figli e nipoti, quelli che sopravvivranno, chiederanno conto a noi tutti, ma soprattutto a chi per il suo ruolo avrebbe potuto e dovuto cercare di impedirlo, del perché non abbiamo fatto nulla.

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