I Quartieri: “C’è un prezzo da pagare per la salute dei cittadini?”
4 min di letturaAlfredo Serrao, presidente dell’associazione I quartieri, riguardo al Sant’Anna Hospital, afferma: “Abramo chieda alla Latella se c’è un prezzo da pagare per la salute dei cittadini
Nota stampa:
“Anche oggi è giornata di lotta per la sopravvivenza dei lavoratori del Sant’Anna Hospital. Una lotta che questa città sta lentamente, ma inesorabilmente per la sua storica indolenza, dimenticando. E’ una lotta che non è fine a se stessa e che non tocca soltanto le famiglie che vivono per la professionalità che esercitano nel centro cardiochirurgico, eccellenza riconosciuta a livello nazionale, bensì è una lotta per la vita, quella che potrebbe essere in predicato per ognuno di noi qualora si avesse bisogno di un intervento salvavita, non potendo usare una struttura perché immotivatamente “rapita”.
Ci sono diverse figure protagoniste e non in questa vicenda che è assolutamente oscena e che, straccia senza appello ogni valore di legge e la convinzione – errata – che “la legge è uguale per tutti”. C’è la vittima oggetto di sequestro non di persona, ma di futuro che è il Sant’Anna Hospital e le sue professionalità; ci sono probabilmente i mandanti – usiamo la formula dubitativa per evitare qualche querela (sic!) – che forse sono i commissari dell’Asp di Catanzaro guidati dall’ex prefetto Latella; ci sono i sequestratori, la banda, che è rappresentata dalla burocrazia ostile, stupida e pericolosa; ci sono i presunti padrini nascosti, che sono le espressioni diverse della politica locale e regionale; ed infine ci sono le vere vittime indistinte – indigeni del ventunesimo secolo – soprattutto ignavi del furto perpetrato di un diritto mai acquisito, quello della salute. Siamo alla rappresentazione vera e cruda della realtà calabrese e quindi catanzarese, dove l’abitudine impedisce di sentire la puzza!
Però in questa storia di incultura, di inciviltà giuridica, di colpevole inefficienza amministrativa nessuno riesce a dirci, qual è il riscatto da pagare… quale sia il prezzo da pagare per il “sacco” della salute dei catanzaresi.
Non ce lo dice il sindaco Abramo che in questa circostanza – chissà perché? – non esercita la sua proverbiale audacia e caparbietà tanto da poter pronunciare: “Non auro, sed ferro, recuperanda est Patria“, ossia: “Non con l’oro si riscatta la Patria, ma con il ferro”, Abramo non è Marco Furio Camillo che si oppose ai Galli. Non ce lo dice l’ex prefetto Latella, quella che nel sentire di tutti è ritenuta, forse (?), l’unica responsabile dell’orda barbarica scesa in città che sta seppellendo un eccellenza sanitaria ed il futuro di una regione.
C’è da scegliere se pagare il riscatto ridando valore a quell’immagine del giogo che schiaccia un popolo, come quello calabrese, dove l’ultima parola resta in mano all’anti-Stato, la ‘ndrangheta e suoi affiliati; oppure imbracciare la spada della protesta di piazza ad oltranza di quel popolo anche dormiente e delle aule di Tribunale.
Solo così capiremo fino a che punto la politica è libera, complice o inscatolata; se Abramo ed il suo Consiglio comunale di peones, fatte salve le rare eccezioni, recitano un copione scritto da altri o esercitano un ruolo autentico; se si ha il coraggio di metterci la faccia e di impolverarsi le scarpe “british”; se la logica dell’anti-Stato a Catanzaro continua ad uccidere il futuro di una città coprendo le complicità e le titolarità, dietro le quinte, dei barbari in doppio petto.
Non basta che Abramo dica: “Longo deve firmare l’accreditamento…” se, non è conseguenziale ad andare a chiedere all’ex prefetto Latella, in virtù di una collaborazione storica, qual è il prezzo e se dopo l’accreditamento l’Asp di Catanzaro rispetterà i suoi obblighi peraltro evidenziati anche dalla Magistratura contabile. Diversamente stiamo ancora assistendo ad una commedia, dove esistono le “eccezioni” ad uno Stato di diritto e dove la ‘ndrangheta anche comportamentale resiste nell’Asp di Catanzaro nonostante la presenza dei prefetti “di ferro”(?). Questa nostra sensazione – che ci auguriamo sbagliata – sembra avere un’altra ed ulteriore conferma dall’inchiesta e dalle perquisizioni operate, in queste ultime ore, dai militari della Guardia di Finanza su input della Dda di Catanzaro del dottore Nicola Gratteri.