I Santi Pietro e Paolo – radici della Chiesa
4 min di letturaDue apostoli, due personaggi importanti per la storia della Chiesa del I secolo. Pietro e Paolo incarnano le figure del primo cristianesimo.
San Pietro
Simone (poi ribattezzato Pietro da Gesù stesso), nato a Betsaida in Galilea, era un pescatore a Cafarnao. Fratello di Andrea, divenne apostolo di Gesù dopo che questi lo chiamò presso il lago di Galilea e dopo aver assistito alla pesca miracolosa. Era uomo impulsivo e irruento ma fu anche il primo che, ispirato dallo Spirito Santo, intuisce prima degli altri la natura divina di Gesù: «Io credo Signore che tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente». Fu costretto anch’egli alla fuga dopo aver rinnegato tre volte il maestro (come questi aveva già predetto) ma ricevette lo stesso il mandato a fare da guida alla comunità dei discepoli: «E io ti dico che sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa. Ti darò le chiavi del regno dei cieli e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». E’ questo stesso primato che la Chiesa cattolica riconosce nel Papa, i cui simboli, le chiavi e l’anello del pescatore, immediatamente rimandano alla figura dell’apostolo che morì tra il 64 e il 67 durante la persecuzione anticristiana di Nerone.
San Paolo
Saulo (battezzato Paolo dopo la conversione) era originario di Tarso, a differenza di Pietro, era prima persecutore dei cristiani, un uomo spietato ma di grande cultura ed eccellente oratore. Poi succede qualcosa, la cosiddetta folgorazione sulla via di Damasco, gli fa cambiare vita iniziando l’apostolato. Con lui la Chiesa si scopre a tutti gli effetti missionaria e aperta alle persone lontane e non credenti. Paolo abbandona le sue certezze materiali spinto dal vivere in Cristo. I suoi viaggi lo portano dall’Arabia alla Grecia, dalla Turchia all’Italia. A Roma viene arrestato, ma riesce tra mille difficoltà a predicare. Come Pietro muore martire, probabilmente intorno al 67 d.C. la tradizione dice, Pietro fu crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale, Paolo venne trafitto con la spada e sepolto sulla via Ostiense. Alla fine della sua vita, con profonda gratitudine, Paolo afferma: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede» (2 Timoteo 4,7).
Le 13 lettere di San Paolo sono inserite nel Nuovo Testamento e sono un pilastro dottrinale del
cristianesimo.
Il 29 giugno
Pur essendo stati apostoli con due stili e due differenti modi di annunciare la parola del Signore entrambi hanno cercato di seguire la sua volontà. E proprio grazie alle loro diversità, hanno saputo dare un volto alla missione cristiana e un fondamento alla Chiesa di Roma. Probabilmente è per questo che la santità, che accomuna Pietro e Paolo, viene celebrata nello stesso giorno.
Lamezia Terme
I Santi Pietro e Paolo sono i patroni di Lamezia Terme. Dal 27 al 29 giugno di ogni anno sono molte le manifestazioni religiose presso la cattedrale e dedicate ai Santi, in pieno centro a Lamezia Terme-Nicastro. Alla classica processione per le vie principali si aggiungono poi gli eventi civili, come la tradizionale fiera di San Pietro e Paolo, i fuochi pirotecnici e musica.
La tradizionale fiera delle cipolle (di origine locale) è un usanza legata probabilmente alla leggenda seconda la quale la madre di San Pietro avara e senza perdono nel momento della morte finì all’inferno. Ma Pietro chiese davanti a Dio un atto di clemenza per la madre, e fu così che scavando nella memoria delle azioni di sua madre si scoprì che un giorno ella aveva donato una cipolla a una povera donna.
Pietro ottenne perciò che un ceppo di cipolla fosse calato negli inferi, affinché la mamma potesse esserne tratta. E infatti la donna, appena vide la cipolla scendere tra le fiamme, vi si aggrappò con entrambe le mani per essere tirata fuori dalla Gheenna. Avvenne però che gli altri dannati, accortisi di quanto accadeva, gli si affollassero intorno, attaccandosi alle vesti e alle gambe di lei, per essere salvati anch’ essi. La madre di San Pietro, scalciando a più non posso, cercava di liberarsene, mentre la cipolla lentamente risaliva; e lei disse: «Andate via, andate via: questa cipolla è stata calata per me!». In quel momento il fusto della cipolla si spezzò e la mamma di San Pietro precipitò definitivamente negli inferi, dai quali non fu più salvata.
Oggi ci possiamo chiedere se questo leggendario fusto di cipolle salverà la vita della città di Lamezia ormai in caduta verso gli inferi dopo il commissariamento.