Icaro Caduto ultimo appuntamento dell’anno al Tip Teatro
2 min di letturaUltimi appuntamenti al TIP teatro, piccolo spazio indipendente nel centro storico di Lamezia Terme Nicastro, dedicato alla sperimentazione artistica, in particolare rivolta ad un pubblico giovane
Per la sedicesima edizione di RiCrii #nuoveparole, rassegna di nuovo teatro pensata dalla Compagnia Scenari Visibili nel segno del teatro contemporaneo, gli ultimi due imperdibili appuntamenti sono: il 28 e il 29 dicembre alle 21 “Icaro Caduto” di Armamaxa Teatro/Pagine Bianche Teatro, e il 4 e il 5 gennaio 2019, sempre alle 21 “H2io” nuova produzione di Scenari Visibili.
Icaro Caduto, con Gaetano Colella, regia Enrico Messina, testo Gaetano Colella, costume Lisa Serio, scena Paolo Baroni, disegno luci Loredana Oddone, cura del suono Raffaele Bassetti, datore luci/audio Francesco Dignitoso, distribuzione Mary Salvatore. In collaborazione con Catalyst, produzione: ArmamaxaTeatro/PagineBiancheTeatro.
Icaro Caduto racconta il complesso, delicato e meraviglioso rapporto che lega un padre a un figlio,meglio ancora: un figlio a un padre. Ho immaginato quindi che Icaro volontariamente abbia cercato di far fallire il progetto del padre, avvicinandosi al sole per compiere un doppio intento: far fallire il progetto del padre ed esprimere finalmente se stesso. Come fanno i figli quando intendono con decisione far comprendere che è il momento di lasciarli andare. Come abbiamo fatto tutti noi quando abbiamo deciso che era il momento di recidere ogni legame col nostro padre e con la nostra madre. Uccidere quella cosa che ci unisce, che ci tiene legati a loro. Tradire. Ho preso a pretesto le due figure leggendarie di Dedalo e di Icaro perché servivano perfettamente al racconto che volevo costruire e ho guardato le loro vite, le loro storie, i loro dolori; attraverso il racconto li ho resi tridimensionali, li ho staccati dal mito per poter raccontare una storia senza tempo, mitologica. Ho scritto il testo mescolando diversi linguaggi: da un lato la lingua pugliese, il dialetto italianizzato che uso spesso nei miei spettacoli, e che mi da accesso ad un universo identitario delle origini; dall’altro una lingua pulita, in endecasillabi a rima alternata, che richiama il classico nella sua forma nobile. Non si tratta di un endecasillabo poetico, ma in prosa. E’ sempre comprensibile, e può essere letto anche senza rispettare la metrica. Tuttavia è una lingua che sentivo giusta per esprimere l’universo della fiaba e del mito al quale mi accostavo: per rispettarlo, per raccontarlo senza tradirlo.
Gaetano Colella