Il dito e la luna
3 min di letturaLa protesta è rientrata. Per ora. Dopo quattro giorni, i migranti hanno abbandonato l’area dinanzi al commissariato scelta per manifestare contro il ritardo nel rilascio dei loro permessi di soggiorno. A questa rivendicazione poi era stata aggiunta quella determinata dalle condizioni di vita (a loro dire, non propriamente decorose) alle quali sarebbero costretti all’interno del Centro di Assistenza Straordinaria (C.A.S.) di Lamezia Terme che li ospita.
IL presidio è stato sciolto nella giornata di ieri. I migranti sono così rientrati nella struttura in contrada Pian del Duca, gestita dalla cooperativa Malgrado Tutto che, da qualche settimana, sta subendo il fuoco di fila aperto dalla trasmissione L’ Arena di Massimo Giletti.
Dovendo tener conto del fatto che sono ancora privi di regolare permesso di soggiorno, hanno ‘volontariamente’ scelto di rientrare al centro evitando così di essere forzosamente trasferiti in uno dei Centri di Identificazione ed Espulsione (C.I.E) sparsi per l’Italia che sono (sostanzialmente) delle strutture detentive da dove passano per essere poi rimpatriati nei Paesi di provenienza. A chiusura della manifestazione di protesta, la CGIL, il Circolo Argada di Rifondazione Comunista, l’Unione Sindacale di Base (U.S.B.), Altra Lamezia, Casarossa40 e Arci Lamezia hanno organizzato una conferenza stampa nel corso della quale, un giovane migrante, ha dichiarato: “la protesta continuerà ad andare avanti fino a quando i nostri diritti non saranno rispettati e fino a quando la Malgrado Tutto non inizia a trattarci da essere umani”.
L’ U.S.B. a sua volta ha annunciato che: “Sarà alta l’attenzione di tutti perché gli impegni siano rispettati e, in tutti i casi, il comitato che si è spontaneamente costituito, vigilerà e si terrà in contatto con i migranti per verificare che le condizioni siano davvero rispettate. Se ciò non dovesse accadere, la protesta riprenderà in modo ancora più determinato e deciso di prima”.
Intanto a Pian del Duca, Stefano Conte (figlio del gestore Raffaello), affiggeva in bacheca il registro per la raccolta delle firme degli ospiti del centro e si dannava l’ anima per l’ennesima penna intenzionalmente spezzata da qualcuno degli ospiti;; Raffaello prendeva atto della necessità di fornire, ogni bagno turco, dell’apposito rubinetto per le abluzioni purificatrici cui la cultura musulmana obbliga dopo l’espletazione dei bisogni corporali; Luana organizzava l’uscita per l’ acquisto degli alimenti; Alessia, al computer, preparava schede da trasmettere in Prefettura; la cuoca Concetta e il giovane aiuto cuoco Modu, nella pulitissima cucina della cooperativa Malgrado Tutto, preparavano il pranzo giornaliero per i duecentoquaranta ospiti del centro. Menù del giorno: pasta con sugo alla bolognese, pollo con cipolle, insalata e frutta. Tutto destinato ad essere sistemato su vassoi di plastica bianca ordinatamente disposti sui tavoli gialli della mensa, sedie gialle e lucidissime tovaglie in plastica con stampa di bianche margherite su prato verde.
Peccato che molti, solitamente, preferiscano portarsi il cibo in camera dove lo scaldano con i fornelletti elettrici il cui uso, insieme a tutto il resto, contribuisce a determinare bollette stratosferiche: 11.000 euro ogni due mesi.
Mariateresa Costanzo