Il Reventino raccontato in due libri di Maria Grazia Paola
4 min di letturaIl Reventino al centro dei libri “ Viaggiatori del Reventino” e “Haiku e non solo” di Maria Grazia Paola presentati nell’ambito della rassegna Inchiostri d’Autore, promossa da Grafichéditori di Antonio Perri di Lamezia Terme
Nel corso dell’incontro, svoltosi negli spazi della Tipografia e introdotto dall’editrice di Grafiché Nella Fragale, è emersa l’autentica natura delle due opere in cui l’autrice racconta l’ emigrazione, le tradizioni, gli usi, i costumi, le bellezze naturali, i valori, ormai quasi scomparsi, attraverso i ricordi dell’ infanzia e della fanciullezza trascorse a Conflenti e a Decollatura.
Maria Grazia Paola non è una esordiente in quanto autrice di altri volumi “Ritorno dell’emigrante” 2016 e “Sussurri del Reventino” 2019 i quali, per alcuni aspetti, rimandano alle tematiche dei libri “Viaggiatori del Reventino” e “Haiku e non solo” relative ad un mondo radicato nell’io dell’autrice e contemplato con lo sguardo innocente ed incantato di una bambina attratta dalle sue meraviglie, dai suoi incanti, dai personaggi incontrati.
“Viaggiatori del Reventino”, comprensivo di un breve saggio sul viaggio , di brevi racconti, di poesie in lingua italiana e di poesie in lingua dialettale calabrese, insieme ad Haiku, è stato analizzato dal professore Italo Leone che, pur rilevando la diversità dei libri, ha rimarcato l’importanza di entrambi sia per il contenuto che per la forma.
Partendo dal concetto di viaggio, esposto nell’introduzione del libro, ha ribadito che nella vita si viaggia sempre. Infatti la vita stessa – secondo l’autrice – è un viaggio nel quale tutti affluiscono:si viaggia nel passato, nella memoria, nei ricordi, nel futuro, nell’esperienza umana, nei luoghi e tempi diversi. «Viaggio obbligatorio- ha commentato Italo Leone – è quello della gente del Reventino su cui si sofferma Maria Grazia Paola la quale evoca alcuni paesi del Reventino, un mondo che esiste solo nella memoria, un mondo in cui erano forti i sentimenti tra le persone come tra i giovani e i nonni e in cui le feste erano occasione di condivisione e di ritrovata armonia».
Quindi Maria Grazia Paola fa rivivere un Reventino permeato da una religiosità non formale e rivissuto da chi è stato costretto ad andare via alla fine dell’Ottocento e specie negli anni ‘50-’60, periodo da lei rivisitato .
« Maria Grazia Paola – ha affermato Italo Leone – è l’ultimo poeta della grande letteratura dialettale lametina riferita ai poeti del Reventino avendo scritto delle poesie anche in un dialetto che si configura come lingua letteraria consolidata nelle tradizione letteraria. Haiku, invece, è un libro sperimentale in cui l’autrice si cimenta in un nuovo esercizio stilistico e poetico sul modello della poesia giapponese caratterizzata dalla brevità dei versi».
Singolare la dissertazione della professoressa Lina Latelli che ha colto una personale chiave di lettura nel libro “Viaggiatori del Reventino” individuabile nel viaggio che l’autrice compie nei meandri del proprio io alla ricerca di un mondo ormai lontano e radicalmente cambiato che è quello dell’infanzia e della fanciullezza trascorse nel Reventino dal quale non riesce a distaccarsi.
«È abbarbicata alla sua terra natìa- ha commentato la relatrice Lina Latelli – come l’edera su un muro antico. Non riesce a dimenticare la purezza dei sentimenti, la solidarietà e l’altruismo delle persone di allora , il cielo azzurro, l’aria pura e vivificatrice, o quando usciva la nonna che portava al pascolo un maialino e una capretta o quando le insegnava i canti in onore della nostra Madonna, né l’allegra compagnia che si dilettava ad accompagnare con i canti e i suoni le felici ricorrenze.
L’anima dell’autrice – ha proseguito – vaga indefessamente in quei luoghi dove, come una farfalla, volava felice aspirando a primavera il profumo dei fiori o dove ascoltava estasiata lo scorrere dell’acqua cristallina giù per i monti o dove contemplava le foglie ingiallite che si staccavano dai rami per adagiarsi sull’umida terra annunciando l’approssimarsi dell’autunno o dove avvertiva il grigiore e nel contempo il calore umano nell’inverno nevoso.
La scrittrice e poetessa – ha concluso Lina Latelli – è ferma là, con il pensiero e il cuore al suo Reventino dove ritorna spesso scoprendo mondi inesplorati, situazioni impensabili e soprattutto ricchezze inestimabili custodite tra le pieghe di un passato in cui affondano le nostre radici che costituiscono le fondamenta del nostro vivere e di una società pronta ad intraprendere nuovi viaggi per il raggiungimento di ambiti traguardi».
I momenti, altamente culturali, sono stati animati da Giancarlo Davoli che ha declamato dei versi, tratti dalle opere proposte, accompagnato dalle musiche della violinista Debora Stranges.