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Il sangue di Natuzza si fa scrittura

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Coinvolgente la presentazione del libro scritto da Bisantis, Frontera e Perticone

Ci sono presentazioni di libri e poi ci sono incontri che smuovono l’anima e il cuore…

E’ quello che è accaduto durante l’appuntamento organizzato dal Rotary Club Catanzaro e dal Lions Club Catanzaro Temesa all’Hotel Guglielmo per raccontare il volume scritto da Lucia Bisantis, Franco Frontera e Francesco Perticone, “Il sangue di Natuzza si fa scrittura. La verità sulle emografie”, curato dal giornalista Arcangelo Badolati e pubblicato da Luigi Pellegrini Editore.

Francesco Frontera e Francesco Perticone, con l’obiettività del medico e l’animo del credente,  hanno analizzato il DNA della mistica, lo hanno confrontato con le sue “emografie” e raccontano di Mamma Natuzza nell’opera attraverso referti, documenti ufficiali, con la presenza anche di commoventi stralci delle conversazioni tra la mistica, la Madre di Dio e Gesù. Lucia Bisantis, invece,  è stata accanto a Natuzza durante i frequenti ricoveri e ha donato nel volume la sua testimonianza vissuta nell’intimità dell’amicizia.

“Siamo felici – ha affermato Giuseppe Mazzei, presidente del Rotary Club Catanzaro – della grande attenzione che questa iniziativa ha richiamato. E’ stata una grande emozione poter parlare dinanzi ad una platea gremita di Natuzza Evolo, una donna semplice ma straordinaria che nella sua vita ha dispensato consigli e ha aiutato tantissime persone.”

“Molti di noi – ha dichiarato Francesco Perticone, presidente del Lions Club Catanzaro Temesa – abbiamo incontrato Mamma Natuzza durante un periodo della nostra vita particolarmente duro, per la morte di qualche caro o per una malattia. Davanti ai miei occhi ho assistito a conversioni e miracoli. Sono stato circa 30 anni accanto a lei come suo medico ma, in realtà, era lei che mi guidava, concordavamo insieme se la sua terapia andasse bene o no. Tra noi c’era un rapporto tra madre e figlio. Stare vicino a lei era un insegnamento di vita e serviva per capire gli altri. Oggi, nei momenti di bisogno, c’è sempre lei al mio fianco.”

“Natuzza possedeva una grande umiltà – ha sottolineato Monsignor Pino Silvestre, vicario dell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace  – Lei diceva ‘sono un verme di terra’. Era spudoratamente onesta e sincera. Il fenomeno mistico è una manifestazione del divino, i veri mistici si nascondono e non si manifestano e lei era molto riservata, operava in silenzio.”

Secondo  Guido Giarelli, prof. di Sociologia Generale alla Facoltà di Medicina dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, “il fenomeno di Natuzza, per essere compreso, va approfondito, dal punto di vista socio-antropologico. Malattie, malesseri, sventure producono un senso di smarrimento e un bisogno di senso, di significati da attribuire agli eventi per riuscire ad affrontarli. In queste situazioni, la fenomenologia mistica diviene un potente strumento di significazione del reale”.

Durante la serata, condotta da Domenico Gareri, tante le testimonianze di persone che hanno conosciuto la mistica di Paravati e, grazie a lei, la loro vita è cambiata: la senatrice Silvia Vono; il decano del Rotary Club, Giovanni Angotti; la curatrice dei cenacoli di preghiera per Natuzza a Catanzaro, Maria Carè; il medico che l’ha operata, Emilio Rocca.

Il promoter Ruggero Pegna ha condiviso la sua toccante esperienza: “Sin da piccolo, per mio padre era tradizione la gita a Paravati da Natuzza. Lei divenne il mio medico, le chiedevo sempre un parere. Anni fa fui colpito da una forma grave di leucemia per la quale era necessario un trapianto ed era molto difficile trovare un donatore compatibile. Mi rivolsi a Natuzza e, grazie a lei, sono tornato alla vita. La sua risposta? ‘Non ho fatto niente, ho solo riferito quello che l’angelo mi ha dettato. Questa è stata la volontà di Dio’”.

 

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