Il tema della timidezza al centro della fiaba Timere di Sina Mazzei
3 min di lettura«L’idea di scrivere fiabe è nata in me in primis per divertirmi, per restituire me stessa a me stessa, ma soprattutto come esigenza di mantenere un continuum con il mio lavoro considerato una missione più che una professione. Le fiabe raccolgono tutta la mia quarantennale esperienza di docente»
Ad affermarlo è stata l’autrice della fiaba “Timere” Sina Mazzei inserita nell’ambito della rassegna “Inchiostri d’Autore” di Antonio Perri, promossa da Grafichéditore e presentata negli spazi della Tipografia Grafiché alla presenza dei bambini della scuola primaria dell’istituto Perri-Pitagora, Don Bosco, Cancello, Pianopoli, Feroleto accompagnati dai loro genitori e docenti.
L’incontro è stato condotto dalla giornalista Nadia Donato e preceduto da una telegrafica nota illustrativa dell’editrice Nella Fragale.
Al centro della fiaba è collocata Timere, una pecorella che all’inizio della storia è sopraffatta da una eccessiva timidezza che la blocca impedendole di interagire con gli altri e di esprimere palesemente le sue capacità essendo fortemente condizionata dai giudizi degli altri. Giudizi che diventano etichette che si incollano sul soggetto timido generando in lui un senso di colpa da cui non riesce a liberarsi senza l’aiuto di qualcuno e, nel caso di Timere, della maestra e dell’amica Timmy. Pertanto la timidezza, che domina la fiaba, diventa un punto di forza per uscire da una situazione incresciosa permettendo a Timere di accettarsi così com’è e crescere normalmente.
«La fiaba – ha commentato l’autrice – non solo ha il compito di intrattenere bambini ed adulti, ma anche di trasmettere ed insegnare i principi e i valori della società in cui si è nati e si vive e anche lanciare dei messaggi. Timere appartiene a tutti noi, con la sua timidezza ci commuove e mentre leggiamo la sua vita, tutti facciamo il tifo per lei».
«E il messaggio che proviene da Timere – ha ribadito la psicologa Martina Perazzone – è che la timidezza, ritenuta nell’epoca in cui viviamo come qualcosa di invalidante, può essere superata se si sfruttano in vari modi le nostre caratteristiche trovando mille modi per raggiungere quello che vogliamo senza perdere di vista noi stessi».
«La fiaba – ha precisato la docente Daniela Magnone – si legge velocemente ed è ricca di colori ed immagini che costituiscono l’elemento fondamentale del libro stesso e i personaggi sono uno specchio della nostra società inducendoci a profonde riflessioni».
Nel corso della presentazione della fiaba “Timere”, la professoressa Lina Latelli ha intavolato una conversazione con l’autrice Sina Mazzei al fine di evidenziare i punti nevralgici della fiaba, l’identità letteraria dell’autrice, che ha pubblicato altri testi poetici e in prosa, e l’influenza della sua esperienza di docente nello scrivere questa opera e altre questioni di richiamo come la differenza tra favola e fiaba, la strutturazione della fiaba moderna e quella tradizionale ed altro.
Nel dialogo sono stati coinvolti i bambini che, con il libro in mano, infervorati e interessati all’opera, hanno rivolto all’autrice una serie di domande significative ed intelligenti che hanno contribuito ad approfondire i vari aspetti dell’argomento proposto e nel contempo ad inquadrare la figura umana e professionale della scrittrice. La lettura di alcuni brani è stata affidata ad Ilaria Scalise dell’Associazione Senza Nodi, presieduta da Nadia Donato.
Lina Latelli Nucifero