Il vescovo Cantafora ai funerali: ora nessun tormento li toccherà
3 min di letturaIl vescovo della diocesi di Lamezia Terme, Monsignor Luigi Cantafora, ha celebrato la messa dei funerali della giovane Stefania Migliore e dei piccoli Christian e Nicolò Frijia, vittime dell’alluvione del 4 ottobre scorso
Ecco l’omelia:
1 Lettura Sap 3,1-9 (p.809 del lezionario n.3)
Salmo 102 (p.811)
Vangelo: Gv 14,1-6 (p. 891 n. 17)
1. Autorità civili e militari,
Carissimo Angelo e carissimi familiari di Stefania, Cristian e Nicolò, siamo qui in preghiera e portiamo davanti al Signore il nostro cuore spezzato e lo sgomento che ci ha colto in questi giorni.
Siamo tutti molto addolorati e attoniti. Ma siamo qui e ci stringiamo a voi con affetto perché siamo sicuri che riceveremo dal Signore una Parola capace di portare pace al nostro cuore in questo momento di grande prova.
Grazie a Dio e all’impegno di tanti il corpo del piccolo Nicolò è stato ritrovato. Noi ringraziamo la protezione civile, le forze dell’ordine e i volontari perché senza tregua e senza risparmiarsi, hanno continuato le ricerche, in questi giorni
2. Il salmo ci ha ricordato che la vita dell’uomo è come un filo d’erba, sottile e fragile. È quanto abbiamo sperimentato ancora una volta. In un attimo la vita è stata spezzata. Eppure, paradossalmente il Signore ci invita: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me».
A quale fede siamo chiamati, carissimi?
Credere che la morte non è l’ultima parola, credere che attraverso le vicende dolorose, gli strappi violenti che subiamo, il Signore ci è accanto, è presente, è vicino alle nostre ferite e ci conduce a condividere la sua stessa vita col Padre, la comunione con Lui. Il Signore condivide con noi il nostro dolore.
Lui che è passato attraverso la morte di croce, ora vive per sempre e ci vuole dove Lui è: nella comunione perfetta col Padre.
Lui è la via, la verità, la vita.
3. Carissimi, è il tempo in cui il dolore ha bussato alla porta ma è soprattutto il tempo della fede nuda.
La morte è venuta come un ladro, all’improvviso, ma certamente Stefania Cristian e Nicolò sono nella pace.
Le loro lacrime si sono unite a quella terra che li ha coperti. Le loro voci sono state come tuoni in quella tempesta. E ora?
Ora «nessun tormento li toccherà».
Per chi resta quaggiù, per Angelo e per i genitori di Stefania, non è facile affrontare il vuoto improvviso, incolmabile.
Certo questa terra di Calabria non può piangere più, non vuole piangere più! Diciamo questo perché il Signore ci consegna gli uni agli altri perché possiamo realizzare un mondo migliore.
Noi invece maltrattiamo questa terra, non la curiamo!
Dio ascoltaci mentre il dolore ci opprime.
Dio, illuminaci mentre il buio ci sovrasta.
Dio, ridona la vita a chi, come Stefania e i suoi figli, hanno creduto in te. E a noi, nel pianto, dona la pace. Amen
Redazione