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L’immagine di una Calabria non del tutto conosciuta nel libro “A Sud del Sud”

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L’immagine di una Calabria non del tutto conosciuta nel libro “A Sud del Sud”

«La cosa più ingenerosa che si può fare alla Calabria è liquidarla come terra senza speranza, condannata dai suoi stessi abitanti all’accettazione passiva di ogni orrore, ogni abuso»

Concetto di  fondamentale importanza emerso nel corso della presentazione del libro «A Sud del Sud. Viaggio dentro la Calabria tra i diavoli e i resistenti» del giornalista Giuseppe Smorto, organizzata dall’Uniter di Lamezia Terme.

Dopo una breve introduzione della serata da parte della presidente dell’Uniter Costanza Falvo D’Urso, il giornalista Giuseppe Smorto, per quarant’anni a Repubblica come caporedattore  fino alla vicedirezione del quotidiano,  conversando con Gianni Speranza, già sindaco di Lamezia Terme, ha provato a ridisegnare un’immagine completa della Calabria ripercorrendola tutta dallo Stretto al Pollino,  riuscendo ad evidenziare le sue contraddizioni oscillanti tra brutture insopportabili e incredibili bellezze.

«Ho viaggiato molto in Calabria in posti irraggiungibili, in una Calabria mal collegata che, come si evince dal titolo del libro “A Sud del Sud” (Zolfo Editore), è  collocata in una zona ulteriore, più a Sud della questione meridionale, ed è abitata da diavoli e resistenti cioè dai cosiddetti cattivi (criminalità organizzata, malaffare politico, incompetenza, la forma peggiore di corruzione) e da coloro che costruiscono valori, opere e tutto ciò che è finalizzato al bene dei calabresi.

«Ci sono – ha  asserito  Smorto – molteplici Calabrie resistenti, ciascuno a suo modo, molte vite di impegno, attenzione e coraggio, ma ciò non significa solo riconoscerle, ma in qualche modo metterle già a sistema, schiudere un orizzonte e soprattutto indicare l’unica strada possibile che sia unitaria per ogni Calabria e calabrese e che alimenti la speranza di una sua ricostruzione e di un suo incisivo cambiamento».

Il viaggio nasce dalla consapevolezza che esiste una Calabria non rassegnata da raggiungere in treno, in auto, a piedi, una Calabria dove tutto è difficile e sconnesso.

In simile contesto molto importanti sono i legami, le reti, i ponti, le connessioni che si riusciranno a stabilire e che consentiranno  di uscire insieme da tale situazione perché nessuno si salva da solo.

Numerosi i percorsi di resistenza intrapresi in Calabria per abbattere i suoi mali cronici: lo spopolamento e la malasanità, lo strapotere delle ‘ndrine, attratte dai soldi che non mancano nella sanità, i traffici tossici, di droga o rifiuti speciali.

Nel libro sono raccontate tante storie di personaggi reali che fanno parte della Calabria resistente, come l’ex sindaco Mimmo Lucano, il giudice Nicola Gratteri, don Giacomo Panizza con Progetto Sud, come pure il consorzio Goel con 47 fra aziende agricole e cooperative sociali con quasi 400 dipendenti impegnati in progetti virtuosi e persino redditizi.

Ma la cosa più bella di quelli di Goel e non solo è la pura ‘ntigna calabrese che consiste nel ripristinare ciò che i criminali  distruggono.

I vandali” bruciano tredici ulivi? Loro ne ripiantano ventisei. Subiscono un danneggiamento.

Fanno una Festa, e la chiamano Ripartenza dimostrando coraggio e forza civile per resistere anche perché in un clima di incertezza può subentrare nei giovani uno scoraggiamento che li spinge ad andarsene perché non vedono futuro, forse però si possono trattenere raccontando le storie di chi invece è ritornato in Calabria come Lino Caserta col suo Centro di Medicina solidale, Federica Basile della “Fattoria della Piana”, l’architetta Ursula Basta che ha fondato la piattaforma “ Fili Meridiani” a Carlizzi.

Lina Latelli Nucifero

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