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Imprenditore arrestato e poi assolto, riconosciuto indennizzo

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Imprenditore arrestato e poi assolto,riconosciuto indennizzo

Cirò Marina, detenuto per 6 mesi con l’accusa di concorso esterno

Arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa ha subito sei mesi di detenzione, tra carcere e domiciliari, ed il sequestro dell’azienda prima di essere assolto definitivamente da ogni accusa.

Nel giorno dedicato alle vittime degli errori giudiziari, Francesco Zito, imprenditore vinicolo di Cirò Marina, dopo quasi sette anni dall’arresto nell’ambito dell’operazione Stige, condotta dalla Dda di Catanzaro guidata all’epoca dal procuratore Nicola Gratteri, ha ricevuto un doppio ordine di indennizzo dalla Corte di appello di Catanzaro. L’imprenditore era stato arrestato l’8 gennaio del 2018 dai carabinieri con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

Zito è stato prima liberato dalla Corte di Cassazione, dopo 6 mesi trascorsi fra carcere e arresti domiciliari, e poi assolto con sentenza definitiva. La Corte di Appello gli ha riconosciuto l’indennizzo di 47 mila euro per ingiusta detenzione. Un indennizzo doppio richiesto e ottenuto dai suoi avvocati Francesco Verri e Vincenzo Ioppoli.

Doppio rispetto a quello che di solito concede la Corte dividendo la cifra massima prevista dalla legge (516 mila euro) per il numero dei giorni compresi in 6 anni (tanto può durare al massimo la custodia cautelare) e moltiplicando il risultato per i giorni di detenzione. Il motivo? I danni subiti non solo dalla persona fisica ma anche dall’imprenditore.

Francesco Zito, infatti, era ed è, insieme con il fratello Valentino cui è toccata la stessa sorte (Valentino è stato assolto un anno fa dalla Corte d’Appello), il proprietario di una storica casa vinicola di Cirò Marina, sequestrata lo stesso giorno dell’arresto a affidata agli amministratori giudiziari.

Il sequestro è durato un anno, fino a quando la Cassazione non ha bocciato le accuse a carico dei fratelli Zito e il Tribunale del Riesame non ha restituito loro l’azienda. Ma nel frattempo il fatturato è colato a picco.

“La Corte d’Appello – affermano gli avvocati Ioppoli e Verri – ha assunto una decisione importante riconoscendo i pregiudizi che subisce un’azienda distrutta da un’accusa ingiusta verso i suoi soci e i suoi manager. ll raddoppio dell’indennizzo ha un significato, anche simbolico”.

La decisione che riguarda Francesco Zito è tra le prime assunte nel procedimento “Stige” dove gli assolti, molti con sentenza passata in giudicato, sono circa 100. Se tutti otterranno lo stesso trattamento il costo per lo Stato sarà di 5 milioni di euro.

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