In ricordo di Adele Bruno: nessun nodo violento leghi la nostra vita
3 min di letturaUna sala della biblioteca comunale di Lamezia Terme è stata dedicata ad Adele Bruno, vittima di femminicidio. La targa, offerta dal Comune, è stata scoperta dal papà della giovane lametina uccisa nel 2011, Rosario Bruno.La storia di Adele viene ricordata con una semplice cerimonia, oltre alla scopertura di una targa anche con il dono di un quadro dal titolo (“Nessun nodo violento leghi mai la nostra vita”) dipinto da Francesco Antonio Caporale in omaggio ad Adele. L’evento è stato voluto dall’associazione Ara Donne Insieme presieduta da Nadia Donato e coordinata da Katya Nero.
“L’opera commissionatami dall’associazione Ara Donne Insieme– dice Caporale –mi ha dato modo di poter esprimermi ancora una volta, sullo straziante argomento della violenza sulle donne. Per Adele ho affrontato questo lavoro con una pittura su tela. La scelta anche da parte dell’associazione è caduta su un particolare disegno dove viene rappresentato un albero. La chioma dell’albero perde le sue foglie velocemente, lasciando nudi e spogli i suoi rami e come mossi da un vento li scuote e fa precipitare le foglie in un vortice”.
Precisa poi: “Non ci sono piani di riferimento o prospettive, ma tutta la scena è sospesa, si svolge immersa nel rosso, impasto cromatico che allude al colore del sangue ma sporco, intriso di altri colori. Colori stesi nella velocità del gesto dell’esecuzione, non vuole essere una pittura tecnica ma una pittura immediata dove il gesto, il segno, si concentra e si concede al racconto fino alle radici dell’albero, contenitore di un ventre, di un seme, di un parto dolente”, aggiungendo: “La vita rimane lì, rinchiusa e prigioniera, sospesa rannicchiata e muta senza fare rumore, senza via di scampo. L’uomo, la donna, hanno lo stesso percorso. Fragilità, violenza, soprusi, abbandoni, miseria, anime vuote, confinano e distruggono l’amore di ogni unione”.
Presente alla cerimonia anche la triade commissariale: “In un luogo come questo rinasca la valorizzazione sociale e culturale per rigettare la violenza di genere– dice il commissario Francesco Alecci-: noi spesso ignoriamo le esistenze di donne perché ognuno di noi ha un suo percorso silenzioso e poi ne veniamo a conoscenza attraverso drammatici epiloghi come questo della giovane Adele Bruno.
Adele non soltanto è ingiusto che sia morta e attraverso le mani del suo amore ma soprattutto con quegli atti di violenza, e dopo sette anni parliamo ancora di lei come se fosse ancora felice e con la presenza del padre oggi (il signor Rosario Bruno che sopraffatto dalla commozione non è riuscito a parlare, ndr), ci ricordiamo che la vita continua nonostante tutto e va affrontata anche aldilà delle sofferenze personali che colpiscono ciascuno di noi e soprattutto ci ricorda che è un problema immane che colpisce l’Italia e tutte le sue regioni in tutti i suoi livelli culturali.
Noi come amministrazione comunale in questo momento abbiamo semplicemente accompagnato questo desiderio di queste due associazioni con la consapevolezza di fare la cosa giusta. Ai nostri figli e a chi ci sta accanto trasmettiamo dei valori in maniera giusta e appropriata di modo che non ci siano scontri tra sessi”. Il commissario Maria Grazia Colosimo nel salutare il padre di Adele Bruno, Rosario, ringrazia per l’impegno tutte le donne lametine che combattono per il superamento degli stereotipi.
Il presidente di Ara Donne Insieme, Nadia Donato, conclude: “La dottoressa Colosimo è una donna di grande sensibilità e poter trovare persone così nelle istituzioni a noi ha dato forza e coraggio. Adele è un simbolo contro la violenza di ogni genere, non solo verso le donne, perché un mondo che vuole vivere meglio deve eliminare ogni tipo di orrore.”
Presenti anche esponenti dell’Associazione Italiana Donne Medico, Centro Antiviolenza Demetra, Associazione Caduceo, Fidapa e Soroptimist.
V.A.