Inchiesta maltrattamenti casa di cura “San Francesco Hospital”, Cassazione rigetta ricorso
2 min di letturaLa Suprema corte di Cassazione Sesta Sezione Penale, ha rigettato il ricorso con il quale la Procura della Repubblica di Catanzaro ha insistito per l’applicazione della misura cautelare della sospensione dall’esercizio della professione contro Scarfone Concetta, difesa dall’avv. Armando Chirumbolo, avverso l’Ordinanza con la quale il Tribunale del Riesame di Catanzaro aveva, già, negato la richiesta di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari e della sospensione dall’attività a carico dell’operatrice sanitaria.
Tale decisione è intervenuta nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria che vede coinvolte 17 persone rinviate a Giudizio nell’ambito dell’inchiesta sui presunti maltrattamenti nella casa di cura “San Francesco Hospital” di Settingiano.
Secondo la Procura del Capoluogo tutti gli imputati devono rispondere, a vario titolo di maltrattamenti, sequestro di persona in concorso, lesioni personali colpose, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
Le telecamere, piazzate dalla Guardia di Finanza dopo le prime denunce, avrebbero registrato comportamenti «molesti, persecutori e violenti.
La Corte di Cassazione, in totale accoglimento delle sollecitazioni del difensore, che aveva insistito per la dichiarazione di inammissibilità del Ricorso proposto dalla Procura catanzarese, si è, tra le altre cose , così espressa: “ il carattere personale della responsabilità penale impedisce che il singolo addetto, in mancanza di addebiti puntuali che lo riguardano – come nel caso in esame – possa essere chiamato a rispondere, sia pure in forma concorsuale, del contesto in se considerato”, e, quindi, ritenendo il Ricorso manifestamento infondato, lo ha dichiarato inammissibile.