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Inchiesta Robin Hood, il processo resta a Catanzaro.La Regione Calabria si costituisce parte civile

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Il processo relativo all’inchiesta”Robin Hood” rimane a Catanzaro.

Respinta la richiesta delle difese degli imputati di trasferire il dibattimento a Vibo che oggi, invece, si è aperto al tribunale collegiale di Catanzaro presieduto dal giudice Tiziana Macrì.

Secondo l’accusa gli imputati (tra cui figurano anche il consigliere regionale Nazzareno Salerno e l’ex presidente della Fondazione Calabria Etica Pasqualino Ruberto) attraverso azioni illecite avrebbero ‘distratto’ i fondi Ue destinati al credito sociale (quindi al sostegno delle fasce deboli) e li avrebbero indirizzati nelle casse del clan ‘ndranghetista dei Mancuso di Limbadi.

Secondo l’accusa, Salerno avrebbe favorito le nomine dei componenti del comitato di gestione del credito sociale “per motivi personali e privati”.

Pura clientela, quindi, a scopo elettorale che per la Regione Calabria ha costituito un danno di oltre 237 mila euro.

Nel corso dell’operazione sono anche stati sequestrati, in via preventiva, beni per un valore di circa 2 milioni di euro.

La guardia di finanza di Vibo Valentia e del Ros di Catanzaro ha infatti accertato l’esistenza di un presunto “Comitato d’affari” che avrebbe ‘dirottato’ i finanziamenti comunitari su dei conti correnti di società private, anche all’estero.

Nell’udienza odierna si sono costituiti parti civili alcuni soci della Cooperfin e la Regione Calabria.

L’udienza di oggi è servita al tribunale per rigettare un’eccezione di competenza territoriale sollevata da alcuni avvocati che avevano chiesto lo spostamento del processo al tribunale collegiale di Vibo Valentia, in virtù del fatto che fra le contestazioni vi sono pure due estorsioni con le aggravanti di aver agevolato il clan Mancuso di Limbadi.

Ma il tribunale ha rigettato la richiesta e il processo rimane nella città capoluogo. Oltre a Salerno e a Ruberto, sono imputati l’imprenditore Gianfranco Ferrante, 54 anni, di Vibo Valentia; Vincenzo Spasari, 57 anni, di Nicotera, impiegato di Equitalia a Vibo Valentia; Vincenzo Caserta, 61 anni, originario di San Costantino Calabro e residente a Catanzaro, ex direttore generale del dipartimento regionale Lavoro; Ortensio Marano, 44 anni, di Belmonte Calabro, ex amministratore delegato della Cooperfin Spa; Claudio Isola, 39 anni, di Vibo Valentia, già componente della struttura speciale dell’assessorato al Lavoro della Regione Calabria; Damiano Zinnato, 51 anni, di Nicotera, cognato del boss della ‘ndrangheta di Limbadi Luigi Mancuso; Saverio Spasari, 29 anni, di Nicotera, figlio di Vincenzo; Michele Parise, 45 anni, di Castrolibero; Patrizia Nicolazzo, 44 anni, di Lamezia Terme; Maria Francesca Cosco, 48 anni, avvocato di Catanzaro; Antonio Cusimano, 58 anni, di Catanzaro (componente del comitato di gestione del credito sociale); Valerio Grillo, 66 anni, avvocato di Vibo Valentia (componente del comitato di gestione del credito sociale); Bruno Dellamotta, 70 anni, nativo di Genova ma residente a Firenze.

Nel collegio difensivo figurano gli avvocati: Giancarlo Pittelli, Francesco Iacopino, Carlo Arnulfo, Giuseppe Viola, Nunzio Raimondi, Emanuele Luppi, Francesco Sabatino, Anselmo Torchia, Angelo Spasari, Giovanni Marafioti, Pasquale Barbieri, Giovanni Merante, Francesco Gambardella, Pasquale Naccarato, Mario Murone, Vincenzo Gennaro, Domenico Naccari, Nicola D’Agostino.

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