Inchiesta sui quartieri di Lamezia: focus su Sant’Eufemia
4 min di letturaDopo aver parlato delle condizioni di incuria in cui versa il quartiere Savutano, l’inchiesta sui quartieri della città di Lamezia Terme fa tappa a Sant’Eufemia Lamezia.
A detta di molti abitanti, è l’ex comune, tra i tre che hanno costituito nel 1968 Lamezia Terme, più abbandonato a se stesso della città: parliamo di Sant’Eufemia. Il quartiere rivierasco della città si è trasformato negli ultimi due decenni in un autentico quartiere dormitorio a causa dell’esponenziale aumento di attività all’ingrosso che hanno ridotto all’osso il numero di supermercati ed esercizi di ristorazione aperti fino a tarda sera. L’inchiesta sul quartiere di Sant’Eufemia si concentra su due fronti: la zona dei parcheggi della vecchia locomotiva e dell’ex zuccherificio.La vecchia locomotiva, centro dello sfruttamento
La zona circostante la famosa locomotiva 740287 assurge al ruolo di emblema del degrado del quartiere. Di recente restauro, la locomotiva è salita all’onore delle cronache locali degli ultimi anni come zona di frequentazione delle cosiddette lucciole, ragazze sfruttate dalla malavita e costrette a vendere il proprio corpo per mantenersi. Le retate che si sono succedute negli ultimi periodi sembra siano riusciti a porre un freno agli ingranaggi di questo degenerante meccanismo, ma basta fare un giro per i parcheggi in questione per imbattersi in bottiglie, cartoni e articoli da farmacia che testimoniano la presenza di una vivace vita notturna. Una criticità che non riguarda solo il preponderante problema dello sfruttamento della prostituzione in quanto tale, ma anche le condizioni di scadimento in cui è scivolata l’intera zona. Rappresentano una realtà le voci sulla possibile trasformazione dell’area nella nuova stazione dei pullman interurbani: un’opera che porterebbe a una riqualificazione importante per tutto il quartiere.Il degrado cinquantennale dell’ex zuccherificio
Altro grosso dilemma del quartiere di Sant’Eufemia è quello relativo all’abbandonato zuccherificio, situato sulla via che collega l’aeroporto e la stazione dei treni. Lo zuccherificio si è trasformato in un cumulo di detriti e amianto buono ormai solo come set di qualche film dell’orrore di quart’ordine. In molti imputano alla presenza del dismesso zuccherificio i casi di tumore presentatisi nel quartiere nel corso degli ultimi anni. Lo zuccherificio, dalla fondazione a opera del regime Fascista del nuovo comune di Sant’Eufemia Lamezia (anni trenta del XX secolo) alla fine degli anni sessanta ha dato lavoro a oltre un migliaio di persone, per la stragrande maggioranza di origine settentrionale. Da mezzo secolo lo zuccherificio è chiuso; di fatto la città di Lamezia Terme, nata proprio nel 1968, cinquanta anni fa, non ha mai potuto usufruire della struttura e la ha lasciata scivolare inesorabilmente nel dimenticatoio, amministrazione dopo amministrazione. Mai un restauro o una trasformazione in un museo, mai neppure una demolizione e bonifica dell’area. Nulla. E intanto lo zuccherificio sta lì a macerare da mezzo secolo, nell’indifferenza generale dei cittadini di Lamezia, ma non dei turisti, che passando, andando o venendo dalla stazione o dall’aeroporto, non possono far altro che notare quella carcassa fantasma.Erbacce e immondizia alle porte della città
Oltre a questi due macro problemi, altre criticità di impatto sono quelli relativi agli arbusti, alle erbacce e alla immondizia. La vegetazione ha assalito anche alcuni segnali stradali dacché per un forestiero diventa anche difficile orientarsi per raggiungere la stazione ferroviaria o l’aeroporto. Avvolto dalla flora selvaggia anche il cartello di ingresso nella città. Per concludere non è neppure raro imbattersi in cumuli di sacchi dell’immondizia, specie nelle zone di Pitizzanni e di via Giorgio Pinna, il pittore calabrese autore tra gli altri dello stemma della città di Lamezia Terme.Per segnalazioni dal tuo quartiere scrivi a lameziatermeit@gmail.comCon la stazione centrale e l’aeroporto, Sant’Eufemia è il primo scorcio di città che i viandanti scoprono. Per molti turisti, soprattutto stranieri e quindi con poca conoscenza, nella maggior parte dei casi, della città, quello che vedono rappresenta il centro della città stessa. Un messaggio di benvenuto di certo non allettante per una città che ha l’aspirazione di essere una grande meta turistica. Per tal motivo crediamo che il quartiere di Sant’Eufemia debba essere oggetto di una forte opera di riqualificazione, magari già dalle prossime elezioni comunali: il 2019 non è poi così lontano.
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Antonio Pagliuso