Ingiustizie color sangue
3 min di letturaErano due o tre i temi a cui avevo pensato per scrivere l’editoriale di questa domenica 6 marzo: la questione della salvaguardia della lingua italiana a partire dalla invasione degli anglicismi (stepchild adoption) fino alle infantili invenzioni (petaloso); i venti di guerra; il sottaciuto referendum del prossimo 17 aprile.
La presentazione di un libro alla quale ho partecipato anche in veste di giornalista ha, invece, determinato il cambio di rotta verso l’irrisolto problema della Malasanità e della Malagiustizia italiana che trovano la loro massima esplicazione nello Scandalo del Sangue Infetto esploso, in Italia, a partire dagli anni ’90
Giovanni Del Giaccio, giornalista de IL Messaggero, ha scritto il libro ‘Sangue Sporco – Trasfusioni Errori e Malasanità” che è stato presentato in una libreria cittadina su iniziativa dell’avvocato Tommaso Colloca, esperto in materia di emodanneggiati.
Una storia di vite, personali e familiari, fortemente segnate dall’impatto con malattie provocate dalla spregiudicatezza di uomini di potere e al potere che, in qualsiasi altro Stato democratico, avrebbero (già da tempo) ricevuto la giusta ed esemplare condanna. In Italia, no! Non è così che funziona.
Dopo tanti anni, ancora nessuna condanna per i responsabili e, molto probabilmente, non ne sarà mai emessa alcuna efficace a causa della incombente prescrizione… ma, può considerarsi prescritto un reato che ha stravolto l’esistenza di uomini, donne, bambini di qualsiasi età e condizione sociale? Può, uno Stato democratico, calpestare i diritti dei cittadini coinvolti (loro malgrado) in una aberrante questione di arricchimento personale di ministri, viceministri, dirigenti, capi dipartimenti, senza scrupoli di alcun tipo?
Può uno Stato democratico disporre di un sistema giudiziario talmente contorto da essere divenuto emblema di lentezza e ingiustizia?
Come possono giustificarsi, in uno Stato Democratico, processi lunghi venti anni e (spesso) conclusi con il mancato riconoscimento di qualsiasi diritto?
Come può essere recuperata la fiducia dei cittadini con aspettative tradite e calpestate dallo Stato che,costituzionalmente, dovrebbe tutelarli e difenderli?
Domande talmente consuete da sfiorare la banalità se non avessero coinvolto, e non coinvolgessero, le vite di tante, troppe persone ancora in attesa di giustizia.
Domande assolutamente legittime per chi non ha avuto nessun tipo di risarcimento morale e/o economico per un danno che, in alcuni casi, è stato tale da condurre alla morte degli infettati e, in altri, alla dipendenza da costanti cure volte a controllare e attenuare gli effetti dei pericolosi virus HCV o HIV che provocano malattie come l’epatite C o AIDS.
Sono ancora tanti, troppi i processi non risolti; i giudizi non emessi; le ingiustizie perpetrate a danno dei cittadini mentre, i maggiori responsabili di questo scandalo, continuano a vivere nelle loro comode e ricche case in attesa che il reato si prescriva.
Non resterà che consolarsi ripetendo la strofa della Canzone di Maggio di Fabrizio De André: “Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”.
Mariateresa Costanzo