Intervista al fondatore di Squad Rebel: Guerra al degrado a colpi di arte e natura
6 min di letturaL’intervista al fondatore Antonio Saladino
LAMEZIA. Arte, cultura e natura, questi i tre must diventati una vera e propria filosofia di vita per Squad Rebel, una squadra di giovani lametini del quartiere Razionale che hanno dato vita a questo movimento culturale, nato nel 2014 e gestito dalla Cooperativa Sociale Medina.
La squadra di Rebel si pone un obiettivo importante: quello di migliorare la qualità della vita del territorio in cui opera, creare un nuovo concetto di “bello urbano” attraverso la riqualificazione dei quartieri maggiormente deteriorati, cercando di far riscoprire la città che si nasconde sotto il degrado superficiale.
Lo stesso che spesso ci fa vedere una realtà come quella della città di Lamezia Terme un luogo dal quale fuggire, senza speranza e certamente vittima di un menefreghismo sociale che l’ha ridotta in stato di abbandono, spenta e i cui spazi verdi sono lasciati a sé stessi nell’incuria più totale.
Da qui parte l’azione di Squad Rebel: abbellimento di locali, di spazi urbani, realizzazione di eventi, pulizia delle strade, street/art, guerrillia garden, ed ancora comunicazione, teatro, letture, mestieri, creatività. Squad Rebel è tutto questo e anche di più, un laboratorio di idee che tende a sviluppare non solo il benessere sociale ma anche quello personale. Valorizzare diventa la parola chiave, ma anche coinvolgere diventa fondamentale, includere tutta la comunità e renderla partecipe dei progetti, abbellire ma allo stesso tempo trasmettere un messaggio.
Difficile poi non farsi travolgere dalla spontaneità, dalla verve e dall’energia di Antonio Saladino, giovane lametino, padre di un bimbo di 4 anni, due master in euro progettazione, fondatore e Project manager di Squad Rebel. Un ragazzo travolto dalle vicissitudini della vita che lo hanno portato in una struttura carceraria e che, una volta uscito, ha subito sulla propria pelle le difficoltà dell’inclusione sociale per un ex detenuto.
Ma ha saputo ripartire Antonio, un vero vulcano di idee e progetti in cui crede fortemente e che spera di poter attuare nella propria città. La sua storia può essere un esempio positivo di riscatto possibile a partire dalla riqualificazione della propria persona, un esempio per tutti quei giovani che si sono trovati nella stessa situazione.
Con quali obiettivi è nato Squad Rebel?
Con l’obiettivo di dare un messaggio. Nella vita ho avuto una serie di esperienze che mi hanno permesso di fare un determinato percorso. Sono stato in carcere, 5 anni e 8 mesi, lì mi sono ritrovato ad avere tanto tempo, 24 ore al giorno da impiegare. Ho deciso quindi di studiare. Una volta uscito sapevo tutto e dovevo riuscire a trovare un mezzo per potermi esprimere e l’ho fatto creando il gruppo di Squad Rebel, i ragazzi del Razionale.
Vedendo che c’erano questi spazi degradati ho cominciato ad insegnare loro, in maniera graduale, tutto ciò che io stesso avevo imparato, facendogli innanzitutto prendere coscienza di sé stessi e poi degli spazi. È importante infatti che gli spazi in cui viviamo siano puliti e ci rappresentino, a me un luogo pieno di spazzatura non mi rappresenta. Perché devo vivere nel brutto? Gli imprenditori investono nei propri locali, ma è sbagliato, bisogna investire sulla propria città.
Io ho trovato due elementi che riescono a creare lo sviluppo sociale, turistico ed economico: l’arte e la natura. Messi insieme riescono a dare una prospettiva differente della città, perché io voglio fare questo! Voglio invitare le persone a guardare la città in maniera differente. Attraverso i colori creo gioia, per bambini, giovani ed anziani, altrimenti ci si incupisce.
A proposito di gioia. Uno dei vostri ultimi lavori è stato quello di riqualificare il campetto di calcio adiacente alla chiesa della Pietà, un’esplosione di colori per un progetto denominato Orione. Come mai questa scelta?
La scelta deriva dai miei studi, ed i miei progetti sono spesso associati alle stelle che ho avuto modo di studiare a fondo attraverso astrologia ed astronomia. Mi sono reso conto che sono davvero importanti, spesso ci sono ragazzi che non sanno cosa fare della propria vita, questo perché non sanno leggerla. Io lavoro sapendo quali sono le energie attuali e invece di andargli incontro mi faccio trasportare.
Orione è l’immagine che richiama la figura di Gesù Cristo. Orione infatti viene smembrato ed ucciso ma poi rinasce. Non esiste cosa sulla terra che non sia associata al cielo. Io voglio spingere i ragazzi sì a giocare, ma dopo ad alzare gli occhi al cielo e guardare il mondo diversamente.
Anche le onde che vedete sul campo, ogni onda è proporzionata alla successiva seguendo la sequenza di Fibonacci, per uno studio creativo della matematica. È tutto in armonia. Questo è importante anche per i ragazzi che così si pongono delle domande e possono imparare.
E Lamezia come risponde ai vostri progetti? Vi sentite appoggiati dalla città e dai lametini?
Sì. Attualmente sono impegnato in una serie di lavori in vari locali. Ma soprattutto mi preme comunicare loro il lavoro che io ho fatto su di me.
E cosa mi dici della campagna di crowdfunding Rebel Green? Rivolta a valorizzare il verde verticale/orizzontale all’interno della città di Lamezia Terme, avendo come obiettivo quello di inserire 10.000 tra piante e alberi da frutto o da ornamento all’interno della città.
Quella campagna purtroppo non è andata bene, anche perché le persone non sono molto inclini a donare, anche per una questione di poca digitalizzazione. Ma nonostante tutto l’ho portato avanti con un obiettivo: quello di fare un video che spieghi chi sono e cosa faccio. Io vado nelle aziende e lo faccio vedere senza dovergli spiegare nulla. È stato un mezzo. Non solo, da tutto questo un giorno vorrei far uscire un film! Un film che comunichi un determinato messaggio.
Quale?
Quello di un ragazzo che in carcere legge tutta la biblioteca e che una volta uscito la vuole mettere in pratica creando del bello dal degrado. Fare una “guerra” a colpi di arte e natura.
I tuoi prossimi progetti?
Ieri ho fatto una selezione per partecipare ad un master in Project Design a Milano. Mi hanno preso! Così potrò portare il progetto anche lì e farlo conoscere.
Adesso cosa avete intenzione di “abbellire” voi di Squad Rebel?
Ora dovrei occuparmi di una casa di tre piani nel centro storico di San Teodoro, ho già un bel disegno, si stanno interessando anche grandi associazioni. Stiamo cercando di far partecipare più locali possibili ed aziende. Una persona deve lavorare in un luogo che crei entusiasmo.
Questa sarà un ulteriore opportunità per far vedere ciò che so fare. Il mio obiettivo è quello di creare un museo a cielo aperto, che invogli le persone a venire a Lamezia, farne un centro culturale. Le idee ci sono e non ci vogliono i miliardi, anzi con quelli spesso sono state costruite cose che non funzionano. Voglio creare invece qualcosa che rimanga nel tempo e non lasci il tempo che trova. Io voglio cambiare la prospettiva di chi crede e dice che Lamezia è brutta, non è così. Se viene valorizzata come merita è una città meravigliosa che i lametini possono riguardare con occhi nuovi, invece le persone hanno paura di cambiare.
Valentina Dattilo