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Io non muoio: tutti insieme contro ogni forma di violenza

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Io non muoio: tutti insieme contro ogni forma di violenza

Lo scorso 20 settembre, a Lamezia Terme, nella cornice di Pan&Quotidiano, edicola storica, riqualificata da Stefano Pujia come punto di riferimento culturale della città, si è tenuta la presentazione del libro “Io non muoio” edito da Laruffa Editore, scritto dalla giornalista Emilia Condarelli e che racconta la drammatica testimonianza di Maria Antonietta Rositani, sopravvissuta ad un caso eclatante di violenza da parte dell’ex marito, sfregiata con l’acido e rimasta in ospedale per svariati mesi.

Un’occasione per riflettere insieme, con le associazioni, le Forze dell’Ordine, la società civile tutta. A Lamezia, un punto riferimento per questa tematica, è sicuramente l’Associazione Per Te, della quale Katia Nero è la presidente: “Ci troviamo in piazza d’armi, come la chiamavano una volta, ovvero Piazza Mazzini. Questa è una piazza che ha visto tanti giovani passare, qui si sono anche innamorati, quindi una parte centrale della città di Lamezia Terme. Abbiamo scelto di fare questa serata e regalare questa panchina rossa, proprio nel centro della città, dove di certo non passerà inosservata. Un simbolo, non un luogo dove sedersi o un monumento, ma un motivo per riflettere. Quando Maria Antonietta Rositani ha accettato il mio invito a presentare il libro che racconta la sua storia, ne sono stata immensamente felice, perché vederla qui da forza a tutte le donne, anche solo guardando i suoi occhi. Chi avesse bisogno di noi, può trovarci alla chiesa del Carmine, dove è allestito uno sportello dedicato. Ringrazio per la disponibilità, Don Pasquale”

Dell’associazione “Per Te” fa anche parte il funzionario in pensione Domenico Medici che per tantissimi anni ha svolto un ruolo cruciale nel rispetto della legge, osservando in prima persona, situazioni di violenza:
“Ho comandato la stazione di Lamezia Terme per tanti anni, qui a Lamezia ci vivo da circa 40 anni, e casi di violenza di genere, ne ho visti tanti. Da un paio di anni faccio parte dell’associazione Per Te e stiamo cercando di creare un gruppo, nel quale è inserito anche un collega della Polizia di Stato, un sovrintendente, si chiama Luciano Conforti. Stiamo cercando di creare un team adeguato, con l’aiuto di psicologi e avvocati, per cercare di arginare questo fenomeno che ormai sta prendendo una piega molto importante. Le leggi ci sono, e nell’arco di tutti questi anni ci sono state varie normative che si sono susseguite, però ci vuole altro per cercare di porre in essere l’allontanamento. Secondo me, la persona che crea la violenza va allontanata proprio dal contesto dove vive la vittima, perché il carcere lascia il tempo che trova, in quanto non riabilita la persona, basti pensare ai continui suicidi”.

Testimonianza importantissima è anche quell’avvocato Mariannina Scaramuzzino, Presidente del Comitato Pari Opportunità, in rappresentanza della Camera Penale di Lamezia Terme: “La Camera Penale ha un osservatorio privilegiato, proprio per questo tipo di reati che hanno purtroppo coinvolto la nostra società e che non riguardano solo la parte giuridica, giurisdizionale, legislativa, ma ci coinvolgono direttamente, coinvolgono direttamente la società perché sono atroci. Il più delle volte sono eseguiti con delle tecniche che naturalmente rasentano l’inverosimile ci viene da dire, neppure un regista, sarebbe capace di inventare un film dell’orrore così orrido. Oggi però, insieme alle tante iniziative, abbiamo la possibilità, come stasera, della presentazione del libro “Io non muoio” insieme all’inaugurazione della panchina rossa, un simbolo, che tutti i cittadini potranno naturalmente vedere e che stimolerà sempre e comunque una riflessione, affinché questo rosso non sia solo del sangue, ma sia della passione e dell’amore, perché
ricordiamoci sempre, che chi ama non uccide”.

Una giornata storica, importante, per tutti, donne e uomini. Di questo, dobbiamo ringraziare l’ideatore dell’evento, ovvero Salvatore D’Elia: “E’ una giornata che abbiamo voluto, una giornata di forte impegno civile, perché si legano tante cose, tante attività. La presentazione del libro scritto da Emilia Condarelli, che racconta la storia di Maria Antonietta Rositani, una donna che è stata vittima di un’aggressione quasi mortale da parte del marito e che si è aggrappata alla vita con le unghie con i denti. Lei stessa si definisce una sopravvissuta per gli altri, per raccontare agli altri e per dire a tante donne e a tutte le persone vittime di violenza che c’è una seconda possibilità, c’è la possibilità di reagire, la possibilità del riscatto. Poi questa panchina Rossa, grazie all’associazione “Per Te” e alla Cooperativa Sociale Malgrado Tutto a Pan&Quotidiano, che sarà collocata qui in Piazza Mazzini”.

Incontriamo anche Stefano Pujia, il quale ci tiene a ringraziare gli organizzatori ed a precisare un aspetto molto importante: “Nei confronti delle edicole, c’è una grande chiusura, perché ormai il i libri, i giornali non si leggono più come prima. Personalmente, ho voluto dare una seconda vita a un’edicola storica, della mia famiglia, da mio nonno a mia madre, riqualificandola, così come la vedete oggi. Mi piace sottolineare proprio questo, ovvero la riqualificazione urbana, ma anche che “Pan&Quotidiano” non ha colori politici, in quanto, da persona libera, chiunque voglia, può presentare libri, creare eventi, porre dibattiti pubblici, siamo qui per tutta la città”.

Finalmente incontriamo Emilia e Maria Antonietta, entrambe forti, Emilia, sicuramente per il suo lavoro in prima linea come giornalista per RTV, ha una grinta ed una preparazione invidiabili. Ma che cosa rappresenta davvero questo libro? E’ rivolto solo alle donne? E’ l’autrice a spiegarcelo: «“Io non muoio” è la storia di Maria Antonietta Rositani, ma non è un libro esclusivamente di cronaca. Ho conosciuto Maria Antonietta per ragioni lavorative all’indomani del drammatico episodio di cui è stata vittima, bruciata in strada dall’ex marito che l’ha speronata con la macchina, dopo che aveva accompagnato i suoi ragazzi a scuola. Da qui è nato un percorso di cronaca ovviamente, ma anche un percorso intimo e personale di riflessione con Maria Antonietta, che sin dal primo momento, ha dimostrato la sua resilienza, ma soprattutto la volontà di far sì che la propria drammatica esperienza, diventasse monito e strumento per tutte le altre persone”».

E’ la volta di Maria Antonietta, il suo sguardo è dolce, solare, tipico di chi ne ha passate tante, ed invece di odiare il mondo, lo abbraccia, come una madre: «“Io non muoio” è proprio la frase con la quale risposi al mio ex marito, quando mi diede fuoco e mi disse, muori, io risposi no, io non muoio. La vita, credo, sia un dono meraviglioso e che ci si debba soffermare tante volte a parlare anche di violenza. Nel momento in cui abbiamo deciso di scrivere Io non muoio, volevo che la mia vita fosse donata agli altri, alle altre donne, alle persone che veramente hanno bisogno di combattere la violenza. Io non muoio è uno strumento, uno strumento per prevenire la violenza, affinché quello che è successo a me e che purtroppo succede a tante altre donne si possa semplicemente evitare”».

Non penso ci sia altro da aggiungere, Emilia e Maria Antonietta non chiedono pietà o vendetta ma giustizia. Emilia è diretta, una donna che vorrei vedere in giro, nelle scuole, nei contesti pubblici, a parlare di violenza in genere. Lei, che ha sapientemente raccolto la testimonianza di Maria Antonietta, conclude: “Una cosa molto importante è che “Stop Violenza” opera in collaborazione con la Polizia di Stato e il 1522. Noi portiamo questo messaggio anche all’interno della società civile, attraverso le aziende, le farmacie sul territorio, ma soprattutto la rete con le associazioni che si occupano della tematica. Sono molto importanti anche i gruppi di auto aiuto che noi facciamo in associazione Cult, come qui l’associazione “Per Te” e “Malgrado Tutto”. Ecco è fondamentale in Calabria fare rete fra quanti operano contro la violenza”.

Riccardo Cristiano

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