Irregolarità in depuratori nell’Alto Tirreno cosentino
2 min di letturaControlli interforze tra San Nicola Arcella e Scalea
Uno scarico di reflui fognari depurati con valori fuori tabella e dati incompleti o inesatti del registro di carico e scarico dei fanghi da depurazione: queste le irregolarità accertate dai carabinieri in alcuni depuratori tra i comuni di San Nicola Arcella e Scalea.
Le disfunzioni sono emerse nell’ambito di controlli interforze svolti in tre impianti tra i due comuni dell’Alto Tirreno cosentino, oltre che in alcune vasche di raccolta reflui a servizio di parchi condominiali.
Personale dell’Agenzia ambientale della Regione Calabria (Arpacal) ha effettuato campionamenti “allo scopo – viene spiegato – di intercettare eventuali flussi inquinanti e pianificare, in prospettiva futura, ulteriori mirati controlli”.
In merito, il sindaco di San Nicola Arcella Eugenio Madeo ha detto: “Ho verificato con dipendenti comunali e la ditta che gestisce i nostri impianti e in uno di essi le forze dell’ordine hanno riscontrato alcune irregolarità nella tenuta dei registri di carico e scarico dei fanghi, che saranno oggetto di approfondimento.Null’altro”.
“Ci teniamo molto alla qualità della depurazione – ha aggiunto – consapevoli delle ripercussioni che essa ha sul mare.
Da due anni, l’amministrazione comunale ha avviato un’operazione trasparenza: chiunque, residente o turista, può chiedere in qualsiasi momento di accedere ai nostri impianti di depurazione per effettuare campionamenti e conseguenti analisi presso i laboratori che ritengono opportuni, purché siano autorizzati.
Inoltre – ha concluso – abbiamo di recente rifatto l’intera condotta in mare delle acque depurate, per 700 metri, grazie a fondi regionali”.
Il sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta, ha reso noto di non aver avuto alcuna comunicazione in merito ai controlli delle forze dell’ordine e che avvierà “appena possibile le necessarie verifiche in merito con il personale addetto”.
I controlli sono avvenuti nell’ambito di servizi mirati ad accertare la violazione di leggi in materia ambientale, in particolare a danno dell’ambiente marino, e di sicurezza alimentare e sui luoghi di lavoro. Alle operazioni hanno partecipato carabinieri (Scalea), carabinieri forestali (Scalea e Cetraro), ispettorato del lavoro, antisofisticazione e sanità (Cosenza), guardia costiera (Maratea) con il supporto specialistico di personale Arpacal.