Italia Nostra su PSC: la proposta non può essere varata così com’è
3 min di letturaLa proposta di PSC viola il principio di consumo zero del territorio ed incentiva una cementificazione non più necessaria
LAMEZIA. Allarme e disappunto si sono diffusi tra le associazioni ambientaliste lametine da quando è apparsa evidente la volontà della commissione straordinaria di approvare la versione del PSC adottata dall’ultima amministrazione comunale. Grande preoccupazione è emersa anche tra le categorie tecnico-professionali cittadine.
Il punto è che questa proposta di PSC viola il principio, che è stato inserito anche nel QTPR della Calabria, di consumo zero del territorio ed incentiva al contrario il dilagare di una cementificazione non più necessaria. Pertanto, fin dall’inizio, la proposta ha incontrato il disaccordo delle associazioni ambientaliste lametine.
Alla luce di ciò, la sezione lametina di Italia Nostra ha invitato 30 professionisti del settore all’assemblea dei propri iscritti per promuovere iniziative civiche di discussione e confronto con la terna commissariale sull’opportunità di lasciare al prossimo consiglio comunale eletto il compito di discutere e approfondire ogni aspetto finora controverso della proposta che i redattori del PSC hanno formulato.
Nell’animata discussione tutti i professionisti intervenuti, tra cui l’arch. Cristiano, l’ing. Materazzo, e gli architetti Moraca e Lorelli, hanno ribadito aspetti tecnici, procedurali, economici e sociali che devono fortemente sconsigliare i commissari straordinari dal varare un PSC che nella versione proposta diventa perfino un ulteriore elemento depressivo di un mercato immobiliare tuttora in profonda crisi.
Lamezia, come la Calabria e l’Italia, ha infatti bisogno di una programmazione urbanistica che punti prevalentemente sul recupero dei centri storici e delle zone urbanizzate, sulla necessaria ricucitura delle tante smagliature nel tessuto urbano cittadino, sul recupero delle aree ad edificazione abusiva.
L’intento manifestato dalla terna commissariale di decidere il destino dello sviluppo urbanistico, economico e sociale della città per i prossimi 5/10 anni, pur senza essere obiettivamente in grado di conoscere le tante sfaccettature della complessa, e sovente travagliata, realtà sociale e territoriale cittadina, non appare allora pienamente coerente con i compiti primari che le ha assegnato il Decreto di nomina.
I rappresentanti lametini eletti nei consigli degli ordini professionali provinciali, assenti a causa di precedenti impegni di lavoro, hanno inviato messaggi di adesione all’iniziativa ed hanno proposto un aggiornamento della discussione che consenta la presenza dei presidenti dei rispettivi ordini e prepari una richiesta di confronto congiunto con la terna commissariale, anche alla luce degli spiragli di disponibilità che la terna ha manifestato in recenti incontri con alcune forze politiche.
L’assemblea ha quindi deciso di aggiornare la discussione per favorire la nascita di un auspicabile coordinamento civico tra le associazioni ambientaliste e le rappresentanze di tutte le categorie tecnico-professionali, che, si spera, riesca ad ottenere un tavolo di confronto con la commissione straordinaria nel quale portare utilmente gli interessi della collettività e non le personali esigenze di singoli privati o di singoli professionisti del settore.
Redazione