La bufala di Einstein
4 min di letturaE’ vero che le mistificazioni dell’informazione partono da molto lontano, e la Donazione di Costantino ne è una prova tangibile d’altri tempi; tuttavia, la filologia è nata ormai da un pezzo, e fa specie, oggi, fare di internet verità di Vangelo, dal momento che è il web è una congerie di notizie non sempre affidabili.
Intanto, preliminarmente, corre l’obbligo di chiarire l’argomento principe della questione, sin dal lead d’apertura: stando al Vocabolario della Crusca il termine “bufala” deriverebbe dall’espressione “menare per il naso come una bufala” (ovvero portare a spasso l’interlocutore, trascinandolo come si fa con i buoi e i bufali per l’anello attaccato al naso), benché un’altra interpretazione ne colleghi il significato a “buffa”, ovvero folata o soffio di vento (buffare = soffiare, quindi, aria fritta!).
A denunciarne l’esistenza e l’inconsistenza è stato persino Dante Alighieri, nel suo Convivio: per lui era sufficiente un solo «gridatore» di passaggio per raccogliere eserciti di «pecore» e poi, addio, o a strabenedire il «lume de la discrezione»! «Questi sono da chiamare pecore, e non uomini; ché, se una pecora si gittasse da una ripa di mille passi, tutte l’altre l’andrebbero dietro…».
E se una pecora salta, le altre saltano pur in assenza di ostacoli da saltare: «E io ne vidi già molte in uno pozzo saltare per una che dentro vi saltò». Ne sappiamo qualcosa. Passati sette secoli, siamo sempre lì.
Un esempio, in un click, a portata di tutti! Vediamolo…
Quando proposi la teoria della relatività, pochissimi mi capirono, e anche quello che rivelerò a te ora, perché tu lo trasmetta all’umanità, si scontrerà con l’incomprensione e i pregiudizi del mondo.
Comunque ti chiedo che tu lo custodisca per tutto il tempo necessario, anni, decenni, fino a quando la società sarà progredita abbastanza per accettare quel che ti spiego qui di seguito.
Vi è una forza estremamente potente per la quale la Scienza finora non ha trovato una spiegazione formale. È una forza che comprende e gestisce tutte le altre, ed è anche dietro qualsiasi fenomeno che opera nell’universo e che non è stato ancora individuato da noi.
Questa forza universale è l’Amore. Quando gli scienziati erano alla ricerca di una teoria unificata dell’universo, dimenticarono la più invisibile e potente delle forze.
L’amore è Luce, visto che illumina chi lo dà e chi lo riceve. L’amore è Gravità, perché fa in modo che alcune persone si sentano attratte da altre.
L’amore è Potenza, perché moltiplica il meglio che è in noi, e permette che l’umanità non si estingua nel suo cieco egoismo.
L’amore svela e rivela. Per amore si vive e si muore.
Questa forza spiega il tutto e dà un senso maiuscolo alla vita. Questa è la variabile che abbiamo ignorato per troppo tempo, forse perché l’amore ci fa paura, visto che è l’unica energia dell’universo che l’uomo non ha imparato a manovrare a suo piacimento. Per dare visibilità all’amore, ho fatto una semplice sostituzione nella mia più celebre equazione.
Se invece di E = mc2 accettiamo che l’energia per guarire il mondo può essere ottenuta attraverso l’amore moltiplicato per la velocità della luce al quadrato, giungeremo alla conclusione che l’amore è la forza più potente che esista, perché non ha limiti.
Dopo il fallimento dell’umanità nell’uso e il controllo delle altre forze dell’universo, che si sono rivolte contro di noi, è arrivato il momento di nutrirci di un altro tipo di energia.
Se vogliamo che la nostra specie sopravviva, se vogliamo trovare un significato alla vita, se vogliamo salvare il mondo e ogni essere senziente che lo abita, l’amore è l’unica e l’ultima risposta.
Forse non siamo ancora pronti per fabbricare una bomba d’amore, un artefatto abbastanza potente da distruggere tutto l’odio, l’egoismo e l’avidità che affliggono il pianeta.
Tuttavia, ogni individuo porta in sé un piccolo ma potente generatore d’amore la cui energia aspetta solo di essere rilasciata. Quando impareremo a dare e ricevere questa energia universale, Lieserl cara, vedremo come l’amore vince tutto,
trascende tutto e può tutto, perché l’amore è la quintessenza della vita.
Sono profondamente dispiaciuto di non averti potuto esprimere ciò che contiene il mio cuore, che per tutta la mia vita ha battuto silenziosamente per te.
Forse è troppo tardi per chiedere scusa, ma siccome il tempo è relativo, ho bisogno di dirti che ti amo e che grazie a te sono arrivato all’ultima risposta.
Tuo padre Albert Einstein
Suggestivo, ma è un falso d’autore!
O forse per la verosimiglianza, giusto per riscattarlo per la bellezza, Le parole che non ti ho detto, stile Sparks, ma nient’altro di più!
L’invito, avviandomi alla conclusione, è di rincorrere la coscienza critica, per correre spedita-mente, cioè con mente spedita. Soltanto così si sfonda la rete, senza esserne intrappolati.
Prof. Francesco Polopoli