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La cardioprevenzione non va in vacanza: la mission di Giuseppe Colangelo

4 min di lettura

Lo abbiamo conosciuto in più occasioni, il medico cardiologo Giuseppe Colangelo è un lametino trapiantato in Campania impegnato in campagne di sensibilizzazione sui temi della prevenzione cardiovascolare

Il suo è un ricco curriculum. Colangelo è  un dirigente medico dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia UTIC di Sarno, in provincia di Salerno. Il “chiodo fisso” dell’emergenza l’ha sempre avuto, avendo lavorato per anni nel 118, in Veneto.

Da sempre si occupa di prevenzione: è istruttore Blsd, insegna le tecniche di rianimazione cardiopolmonare e le manovre necessarie per evitare la morte cardiaca improvvisa.

E’ presidente onorario di “Calabria Cardioprotetta”, un’associazione di recente nascita che vuole cardio-proteggere i territori installando defibrillatori semiautomatici, e organizzare corsi Blsd rivolti al mondo laico, sanitario e militare.

Da poco ha ricevuto il grado di Capitano medico del Corpo Soccorso Emergency della Basilicata.

Solo qualche mese fa aveva dotato la città di Lamezia Terme della sua prima PAD (postazione pubblica di un defibrillatore) in piazza Michele Grandinetti, in pieno centro cittadino, esito di una campagna di crowdfunding che ha visto l’arrivo di contributi economici da tutta Italia, con un totale raggiunto di circa 1.400 euro.

Oggi il suo impegno prosegue senza sosta.

“Pochi minuti valgono la vita – ci ha spiegato telefonicamente – per questo mi sta a cuore la diffusione, in più posti possibili, di Dae cioè di postazioni che rappresentano punti salvavita che possano ridurre i tempi di attesa in caso di arresto cardiocircolatorio prima che arrivi il soccorso avanzato. Da quel 5 giugno scorso, giorno in cui è stato installato un defibrillatore nell’ex comune di Nicastro, la pandemia della solidarietà ha continuato a diffondersi e altri due Pad (Public Access Defribrillation) sono stati installati a Sambiase e Sant’Eufemia”.

Ma tre postazioni Dae in una città così vasta e popolosa come Lamezia Terme sono ancora insufficienti.

defibrillatore V Dicembre

“Servono altri apparecchi per le zone di maggiore aggregazione, così da coprire in maniera più capillare il territorio. Stiamo pensando ad esempio al Parco Peppino Impastato e al Lungomare Falcone e Borsellino, ma anche a frazioni come Fronti e Acconia, e alle zone svantaggiate in cui l’ambulanza del 118 non riesce a intervenire per garantire un’assistenza veloce. In medicina il tempo è vita! Lo abbiamo visto in maniera eclatante durante gli Europei di calcio in Danimarca, con il caso di Eriksen: intervenire in tempo ha fatto la differenza”.

Dare una chance in più al malcapitato, questo è lo scopo della prevenzione, in particolare quella cardiaca.

“C’è molto lavoro da fare. Tra i progetti in cantiere ce n’è uno che riguarda la movida, “Movida Cardioprotetta” appunto, in cui chiediamo la partecipazione dei gestori dei locali, e la nascita di una piattaforma in cui riunire tutte le associazioni di volontariato che si occupano di formazione Blsd e le eccellenze sanitarie con l’obiettivo comune della salvaguardia della salute. Ci sembra importante coinvolgere anche il mondo dello sport, già settimana scorsa la squadra di calcio Vigor 1919 è scesa in campo con uno striscione di Calabria Cardioprotetta in segno di solidarietà e vicinanza alle nostre attività”.

Il messaggio che il cardiologo Colangelo vuole lanciare è piuttosto chiaro: “Il mio vuole essere uno stimolo, un’erogazione di energia per defibrillare le coscienze e sensibilizzare in maniera intensa soprattutto le amministrazioni, il mondo dell’imprenditoria e della politica regionale e nazionale, per far capire quanto sia importante la cardioprotezione nei nostri territori”. 

La morte cardiaca improvvisa provoca 70.000 morti all’anno. Si tratta di una piaga che può colpire chiunque, anche giovani, bambini o sportivi.

In assenza di rianimazione cardiopolmonare, le possibilità di sopravvivenza di un individuo colpito da arresto cardiaco si dimezzano dopo solo cinque minuti dall’evento e tendono a diminuire gradualmente ogni minuto che passa.

Il progetto della cardioprotezione è ambizioso e a lungo termine: informazione e formazione sono la chiave per realizzarlo.

“Non facciamoci animare dalla paura, ma dal coraggio di avvicinarsi a questo mondo. Attraverso le nostre campagne vogliamo raggiungere anche i più scettici e formare quante più persone possibili. Anche questa sarebbe una crescita culturale”.

Maria Francesca Gentile

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