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La musica del mistero raccontata da Guido Rimonda al Teatro Umberto

3 min di lettura

La musica del mistero, raccontata attraverso il violino del musicista Guido Rimonda e la Camerata Ducale, è stata al centro del concerto “Le violon noir” presentato da Ama Calabria al Teatro Umberto di Lamezia Terme nell’ambito della corrente stagione musicale e realizzato in seno al progetto Circolazione Musicale in Italia promosso dal Cidim volto ad assicurare anche nelle aree più decentrate del paese concerti di altissima qualità affidati a grandi interpreti italiani.

Dal fondo della platea il maestro Rimonda ha raggiunto l’ensemble sul palco semi buio suonando la “Danza degli spiriti beati” dall’Orphée et Eurydice di Gluck con il suo violino dai suoni singolari, a volta corposi, a volta leggerissimi, conquistando subito il consenso dei numerosi spettatori.

Subito dopo Rimonda ha illustrato il progetto della serata, scandito da composizioni legate ad una dimensione inquietante e misteriosa ma fascinosa. Un viaggio dove la musica s’intreccia con storie di streghe, diavoli, funerali creando uno spettacolo interdisciplinare che non necessita di scenografie o effetti speciali per imporsi al pubblico e per narrare atmosfere misteriose e surreali.

Rimonda ha suonato un violino Stradivari 1721 appartenuto all’ ipocondriaco e misantropo violinista Jean Marie Leclair, dalla vita avventurosa e dalla fine avvolta dal mistero. Pugnato alla schiena, morì abbracciando il suo amato e prezioso strumento sul quale rimase impressa una macchia nerastra della mano, tuttora visibile, in verità si tratta soltanto di un solco.  D’allora fu soprannominato “le noir”.

Per facilitare l’approccio e la comprensione delle musiche in programma, il maestro, prima di interpretare le pagine  demoniache delle opere di famosi compositori, guidando in veste di solista la solida compagine musicale, ha chiarito  i tratti salienti della vita e dei brani dei compositori in relazione  alla mentalità della società del tempo, spesso, ancorata a superstizioni e concezioni arcane,  che incidevano pesantemente nell’esistenza  di alcuni musicisti costretti a vivere alle soglie dell’emarginazione ( come  Paganini).

Rimonda ha dato inizio alla serata eseguendo con eccellente maestria “Il trillo del diavolo” di Giuseppe Tartini (Sonata in sol minore) ricordando così la celebre leggenda secondo la quale il diavolo stesso sarebbe apparso al violinista suonandogli quella musica che al suo risveglio egli mise su carta con febbrile frenesia. Evidenziando una tecnica compatta  e una innegabile personalità carismatica, Rimonda ha proseguito con  “Pavane pour une infante defunte” di Maurice Ravel (in cui racconta la storia di una giovane morta), poi ha continuato con “Le streghe” opera 8” di Niccolò Paganini,  con  “Theme from Schindler’s List” di  John Willians, un tema struggente della colonna sonora del fortunato film “ Schindler”, con “Lègende” in Sol minore opera 17 di Henry Wieniawski, e, di nuovo, con “Maria Luisa Gran Duchessa di Parma” di Niccolò Paganini.

Il concerto si è concluso con un bis di un brano di Paganini tra gli appalusi calorosi del pubblico.

LINA LATELLI NUCIFERO

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