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LA MUSICA CHE ESISTE E RESISTE

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Nonostante nei giorni scorsi su Lamezia si sia abbattuta una scure che inevitabilmente, in un modo o nell’altro, nel bene o nel male, peserà sui nostri prossimi mesi, c’è però modo di ricordarsi e ricordarci che la politica non è tutto, che la vita di una città, la sua bellezza, la sua “giustezza”, va al di là di qualsiasi ragionamento o emendamento esterno: ovvero guardare a come la vita continua, come continuano i tanti appuntamenti che partono dai luoghi più disparati per diffondere bellezza.

L’ESPLOSIONE DELLA CULTURA CHE RESISTE

Infatti proprio nella scorsa settimana, appena concluso il Lamezia Film Fest e non appena insediati i tre commissari temporanei, sono stati ben tre gli appuntamenti musicali importanti in città, dislocati su Teatro Grandinetti, Cafè Retrò e Tip Teatro. Ed è bene sottolineare le diversità dei tre luoghi, sottolineando così come ci siano, in una città afflitta ma mai abbattuta (nonostante quello che dicono i vari sapientoni sui social, e nonostante quello che sembra ormai essere un mantra ricorrente) come la nostra, tre diversi modi di affrontare l’arte, tre diversi modi di proporla e tre diversi palcoscenici su cui portare tre diverse concezioni di musica e cultura – e questo indipendentemente dai risultati.

DUCK YOU, SUCKER E LA NOIA

Partiamo dal Teatro Grandinetti: il 24 novembre secondo appuntamento della stagione di prosa 2017/2018 di AMA Calabria che, contrariamente al nome, inserisce nel cartellone uno spettacolo interamente musicale. Duck You, Sucker è il titolo in inglese di uno dei film italiani più iconici e riconosciuti al mondo, ovvero Giù La Testa (anche conosciuto come A Fistful of Dynamite e Once Upon a Time… The Revolution), diretto dal genio di Sergio Leone: e Duck You, Sucker è il titolo del concerto che AMA ha portato in uno dei teatri simboli della città. Mauro Campobasso e Mauro Manzoni, dopo il Chaplin in Jazz dello scorso anno ci riprovano con Leone, declinando in salsa jazz le colonne sonore immortali del regista -non solo- western attraverso le note di Ennio Morricone. Nulla da dire sugli spartiti e sulle esecuzioni: ma lo spettacolo, oltre ad essere una mosca bianca un po’ ingiustificata, è disperatamente vuoto. Un Video Concept avrebbe avuto bisogno di un’altra mise en scene, pena la noia: eseguire i brani uno dietro l’altro senza un appiglio narrativo è un’esecuzione annunciata, probabilmente la tipologia di spettacolo avrebbe avuto bisogno di altro luogo e altra collocazione.

I BOTANICI DELL’EMOCORE

Che invece era perfetta per i Botanici, che sempre di venerdì 24 hanno suonato invece al Cafè Retrò. Che ormai è noto come sia diventato uno dei poli più importanti di aggregazione notturna, anche e forse soprattutto grazie al concept di unire al wine/cocktail bar anche le esibizioni di diversi artisti, spaziando dal teatro alla musica appunto. Lo spazio ristrettissimo agevola ogni variazione sul tema mainstream: e le note dei Botanici, band emocore nata a Benevento nel 2015 ben rappresentano lo spirito che anima il locale. Mirko Di Fonso (voce, chitarra e tastiere), Gianmarco Ciani (chitarra e cori), Antonio del Donno (basso e tastiere) e Gaspare Vitello (batteria) hanno portato i brani del loro ultimo cd di influenze lontanamente punk su un tappeto più esplicitamente hardcore. Il live è stato piacevole come il cd (solstizio, prodotto anche da Lo Stato Sociale, e si sente…), empatico e “chitarroso”, caratterizzato da un approccio grintoso nonostante la base post romantica.

GIOCATTOLI E TASTIERE

È stato invece sabato il concerto presso il TIP Teatro, l’interessantissimo spazio aperto a tutte le suggestioni artistiche moderne di scene alternative da Dario Natale: hanno suonato infatti il 25 novembre i Cobol Pongide -portati a Lamezia da Spaghetti Sunday-, band umano-robotica (….) in cui l’umano Cobol è l’addetto agli strumenti musicali mentre il robot Emiglino Cicala canta. Il duo attraversa l’epoca chiptune (ovvero la “toy music”) suonando tastierino giocattolo, consolle di gioco e cantando storie di robot avversi ai lavori domestici. I brani (tra cui anche alcuni tratti da Musica per Anziani Cosmonauti, il cd suonato interamente con il gameboy) hanno messo in evidenza la trasformazione del loro stile musicale che, pur mantenendo molti degli strumenti originari, è approdato al CosmiquePop di Filodiffusione per Ambienti in Assenza di Gravità, con il vocalist Emiglino che si fa da parte come cantante nelle performance live restando attivo come ideologo scrittore di testi e polemista, fino a Vita Da Spaziale, secondo album stampato, del 2017, in cui per la prima volta nella storia dei Cobol Pongide si integrano giocattoli e strumenti più tradizionali come la chitarra elettrica e la batteria elettronica su testi di tipo surreal-cantautoriale.

Tre palcoscenici, tre generi, tre appuntamenti: una sola città, e l’istinto di restare in piedi.

Valentina Arichetta

 

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