La ricerca artistica di Lia Drei e Francesco Guerrieri in mostra al Macro
3 min di letturaNegli spazi espositivi del MACRO (Museo d’Arte Contemporanea di Roma) a via Nizza, è aperta al pubblico fino al 15 gennaio 2017, con una significativa selezione di 27 opere, la mostra Lia Drei / Francesco Guerrieri. La regola e l’emozione 1962-1973”. L’esposizione curata da Gabriele Simongini e Federica Pirani, ripercorre quello che costituisce un fervido e intenso periodo di studi e ricerche visive dei due artisti, compagni nella vita e nell’arte, dai primissimi anni sessanta ai primi anni settanta.
Dalle opere esposte si coglie il rigore metodologico e l’essenzialità d’indagine che ne contraddistinguono il lavoro creativo, attraverso il quale hanno contribuito all’evoluzione linguistica dell’arte contemporanea.
Fondatori del “Gruppo ‘63” (1962-’63), insieme a Di Luciano e Pizzo, in seguito al suo scioglimento, danno vita al binomio “Sperimentale p.(1963-’68) con cui avviano un indirizzo d’indagine che trova i propri capisaldi teorici nella psicologia della Gestalt e il proprio campo di sperimentazione nella percezione visiva.
Attraverso l’itinerario visivo della mostra, è possibile ricostruire e cogliere il valore strutturale di tracciati formali liberi da mistificazioni e da riferimenti pseudofilosofici, realizzati nel solco della ricerca più pura e finalizzati alla costruzione di un linguaggio veramente intersoggettivo in cui la regola non esclude, anzi contempla, la centralità del quadro e l’emozione del fare pittorico.
D’altronde, lo stesso Guerrieri, in un’intervista rilasciatami qualche anno fa, sottolineava:” Devo far rilevare a questo proposito che sia io che Lia Drei, abbiamo realizzato tutte le nostre opere di quel periodo e successivamente per circa quarant’anni sempre usando il pennello, senza ausili meccanici o tecnologici”.
Lia Drei dispiega il proprio percorso d’indagine incentrandolo sui rapporti di interazione reciproca di spazio, colore e forme elementari quali il tondo, il semitondo, il triangolo. Realizza opere dalle quali emergono variazioni formali e cromatiche che introducono ad infinite possibilità di fruizione: basta uno scarto tonale, dal caldo al freddo e viceversa, a suggerire nuove percorrenze visive.
La struttura, la geometria rigorosa, le campiture decise di colore, i sapienti passaggi tonali dei suoi lavori, tradiscono e rivelano però l’interna, sotterranea passionalità, la forza emotiva, il profondo sentire di una materia pittorica che freme di segrete risonanze e gioiose vibrazioni vitali.
Contestualmente, Francesco Guerrieri lavora su coordinate formali di ordine costruttivo, affidando la sua ricerca a pochi essenziali elementi segnici che si articolano in base a regole di composizione costanti. Nelle sue opere forma e colore interagiscono secondo modalità operative rigorose e calcolate che variano secondo scansioni ritmiche di linee e di bande verticali colorate che, nella ripetizione delle trame strutturali, diventano partiture armoniche, spartiti musicali per gli occhi, presi nel gioco infinito di modulazioni percettive.
L’analisi del periodo storico proposto dalla mostra al MACRO permette di constatare l’attualità e la valenza, ancor oggi, delle formulazioni sperimentali di un’operazione estetica, di un’investigazione condotta sui sentieri della scienza per incontrare su di essi sempre e comunque l’arte.
Teodolinda Coltellaro