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La Venuta a Loreto della Santa Casa

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La Venuta a Loreto della Santa Casa

Secondo una delle più celebri tradizioni devote del cattolicesimo, la notte tra il 9 e il 10 dicembre 1294 la Casa di Nazareth, dove la Vergine Maria ricevette l’Annunciazione e dove visse la Sacra Famiglia, fu trasportata da un volo di angeli sulla collina situata nel territorio di Recanati, a breve distanza dal Mare Adriatico.

Quel colle, fino ad allora noto come Monte Prodo, avrebbe preso il nome di Loreto.

La notte in cui si compì il sacro prodigio è detta da molti secoli, nella cultura popolare delle Marche, la “notte della Venuta” ed è rischiarata da falò accesi in tutte le campagne per indicare agli angeli il cammino da compiere per raggiungere la mèta.

Per rievocare il miracolo della Venuta, a Loreto nella notte si tiene una processione con la statua della Vergine e il giorno successivo si celebra un solenne pontificale nella Basilica che dalla fine del XV secolo racchiude la Santa Casa.

Come è articolata questa casa?

Una casa con sole tre pareti e quindi aperta, al mondo e a tutti gli uomini. Si presenta così, al di sotto del prezioso rivestimento marmoreo rinascimentale, la Santa Casa di Nazareth, secondo la tradizione trasportata “per ministero angelico” su una pubblica strada a Loreto: dimora terrena della Vergine Maria, luogo in cui ricevette l’annuncio dell’Angelo Gabriele e visse insieme a Giuseppe e a Gesù, è testimonianza dell’avvenimento più importante della storia: l’Incarnazione.

Le ricerche storiche, archeologiche e scientifiche sembrano confermarne l’autenticità, sancita per la prima volta nel 1310 da una bolla papale di Clemente V.

Un recente studio ha dimostrato che le pietre della costruzione sono state lavorate secondo l’uso dei Natabei, diffuso nella Galilea ai tempi di Gesù. Su di esse sono incisi graffiti giudicati dagli esperti di chiara origine giudeo-cristiana e la malta di costruzione impiegata risulterebbe estranea agli usi edilizi marchigiani.

Inoltre, cinque croci di stoffa appartenute probabilmente ai Crociati e alcuni resti di un uovo di struzzo, simbolo del mistero dell’Incarnazione, sono stati ritrovati tra i mattoni della Santa Casa, il cui perimetro combacerebbe perfettamente con le dimensioni delle fondamenta rimaste a Nazareth.

Ma perché tre pareti?

Con ogni probabilità esse costituirono una sezione dell’abitazione della Vergine, l’anticamera in muratura che introduceva alla retrostante grotta scavata nella roccia, ancora oggi venerata nella Basilica dell’Annunciazione di Nazareth.

Prof. Francesco Polopoli