«La zirra» è… «quandu᾿a raggia ti mangia»
2 min di letturaUn mix di stizza, collera, ira, cruccio e sdegno: è, in sostanza, la striscia semantica dei sentimenti più bui dell’indole umana. «A zirra d’a sira stìpala pe ra matina» («la rabbia della sera conservala per il mattino»): è un consiglio conflentese a riflettere e a non lasciarsi dominare dalla rabbia
In non poche occasioni quest’accensione d’animo è parente pure dell’invidia e allora sì che fa l’en plein. Dall’arabo «zir», che era il nome dell’orcio o della tinozza, dove si teneva l’olio, c’è la chiave di volta per comprenderne il suo significato più recondito. Come mai, direte!?
Perché sfrigolare e grillettare sembrano essere i verbi di quanti, fremendo, si lasciano friggere dalle situazioni, lasciandosele sfuggire di mano: che dire, difatti, se non che si cuociono nel loro brodo, trangugiandoselo con un pestilenziale livore?
Per non parlare delle tombe a ziro della civiltà etrusca che fanno retro-comunicare la carognata di un atteggiamento del genere, sia in quelle circostanze in cui si perdono le staffe che quando lo sguardo pesa pensato ai danni del più prossimo. E qui Trilussa ci fa scuola con una deliziosa fiabetta didascalica: a campeggiare nella scena poetica, di seguito riportata, è una mosca rabbiosa ed invidiosa di una farfalla piena di colori.
«Tu — je diceva — te sei fatta un nome
perché te la svolazzi tra li fiori:
ma ogni vorta che vedo l’ale tue
co’ tutto quer velluto e quer ricamo
nun me posso scordà quann’eravamo
poveri verminetti tutt’e due…
Già, — disse la Farfalla — ma bisogna
che t’aricordi pure un’antra cosa:
io nacqui tra le foje d’una rosa
e tu su ᾿na carogna».
Gestire le emozioni non sempre è facile: alcune volte evaporano come succede con le nostre pentole a pressione, mentre, se esplodono, ci si ustiona un bel po’.
Tuttavia chi ha buon senso non si avvicina al fuoco: quello là scotta soltanto se lo vuoi tu! Volgere le terga, laddove il malumore alberga è un’efficace distanza di sicurezza per tutelare d’ogni cosa la bellezza. Minima et moralia ad modum meum…
Da una face-suggestione della cara amazzone Ippolita…
Prof. Francesco Polopoli