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Lamezia 4 gennaio: completa opera di demolizione della Sacal

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Con l’ultimo schiaffo da ko, del Presidente De Felice ai lavoratori della S.A.Cal. e della Sacal GH, si completa l’opera di demolizione fisica e morale del nostro territorio e della Società Aeroportuale Calabrese

Comunicato Stampa

Ancora una volta, gli altri rappresentanti dei soci istituzionali nel C.d.A. della S.A.Cal. assistono, inerti, alle imposizioni del Presidente che, “manu militari”, disattendendo le normative in materia e le unanimi decisioni intervenute in “tutte” le altre società di gestione aeroportuali italiane, si rifiuta di anticipare la cassa integrazione ai lavoratori, nonostante la disponibilità delle somme nelle casse della società.

In particolare, l’attuale componente del C.d.A., designato dal Comune di Lamezia Terme (il maggior azionista pubblico della società), viola ripetutamente e sistematicamente le decisioni del Consiglio Comunale di Lamezia Terme, che il 19 settembre 2017, già sotto la guida dell’attuale Sindaco Mascaro, deliberò in favore della salvaguardia dei livelli occupazionali sia della S.A.Cal. che della Sacal GH, e che nei giorni scorsi ha chiesto, compatto, alla S.A.Cal. “di adottare misure per garantire prima possibile ai lavoratori la continuità della retribuzione come del resto stanno facendo le maggiori società aeroportuali in Italia, anticipando ai lavoratori il trattamento economico” ed evidenziando che “qualsiasi soluzione adottata dovrà tenere conto dell’interesse dei lavoratori e dovrà essere frutto di una condivisione con i loro rappresentanti”.

Ebbene, le maggiori sigle sindacali, Filt-Cgil, Fit-Cisl e Ugl-ta, si sono opposte alla sottoscrizione di un accordo “dubbio e a tinte fosche” proposto nell’ultima riunione dal Presidente della S.A.Cal., ad eccezione della Uil-trasporti con il suo Segretario Regionale, guarda caso anche lui di Reggio Calabria come il Presidente De Felice, per il cui aeroporto questi si è prodigato in danno dello scalo internazionale strategico lametino.

Noncuranti, peraltro, dei circa 80 lavoratori stagionali, i cosiddetti precari, della S.A.Cal. e della Sacal GH, forse considerati dei “fantasmi aeroportuali” insieme alle relative famiglie.

Tale cinismo gestionale è ancor più grave se si evidenzia che il bilancio consolidato della società è in attivo – grazie all’incremento delle tariffe aeroportuali deliberate dal precedente management della S.A.Cal. e alla proficua riorganizzazione della Sacal GH operata dal precedente Amministratore Unico – e che la società detiene le somme per l’anticipo della cassa integrazione ai lavoratori.

Il Comitato Lamezia 4 gennaio ha innumerevoli volte denunciato la totale inadeguatezza di questa gestione, l’impreparazione nella materia aeroportuale, l’assenza di un modello serio e competente di governance dei tre scali calabresi, la mancanza di programmazione, la mancata realizzazione della nuova aerostazione nello scalo di Lamezia Terme, il mancato utilizzo dei fondi stanziati dal Governo per gli scali di Reggio e di Crotone, l’occultamento dei piani industriali, l’assenza di condivisione con il territorio e con le parti sociali, la mortificazione dei lavoratori, il distacco con la realtà, la mancata ad oggi definizione di un piano strategico di rilancio post-pandemia.

Ma, per di più, le recenti maldestre azioni hanno sottoposto la S.A.Cal. e il territorio calabrese al pubblico ludibrio nel contesto nazionale: ci riferiamo alla tristemente famosa locazione del “tendone da circo” con funzione di ampliamento dell’attuale aerostazione, e alla vicenda di questi giorni dei lavoratori, che sta rappresentando una vera e propria bad practice in ambito nazionale.

Nonostante ciò, l’attuale management della S.A.Cal. non ha avuto l’accortezza né la dignità di trarne le conseguenze.

Adesso, in occasione del rinnovo del C.d.A., spetta al Comune di Lamezia Terme il dovere di premiare le giuste competenze nel settore aeroportuale, di cui il territorio lametino è ben dotato, per ridare allo stesso territorio la grande speranza, al momento perduta, di un futuro luminoso.

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