Lamezia. Associazioni: chi si occupa dei malati cronici in tempo di pandemia?
3 min di letturaSiamo fortemente preoccupati per la prolungata chiusura dell’attività specialistica ambulatoriale del territorio e per la conseguente situazione di abbandono in cui versano gli ammalati cronici malgrado i ripetuti appelli inascoltati
COMUNICATO STAMPA
Per non parlare degli enormi ritardi che stiamo accumulando in termini di prevenzione e nuove diagnosi: in Italia nella Fase 2 si è istituito un Advisory Board che coinvolge esponenti di alcune tra le più importanti società medicoscientifiche e organizzazioni di medici con l’obiettivo di confrontarsi con i decisori nazionali e locali e accelerare il superamento di questa fase attraverso la riapertura delle attività specialistiche del territorio, per scongiurare pericolosi ritardi nella gestione della cronicità e nelle nuove diagnosi.
In Italia ci sono 24 milioni di malati cronici che oggi non possono accedere alle cure e nemmeno al monitoraggio delle loro condizioni di salute – si legge nel documento dell’Advisory Board – immaginiamo quello che succede in Calabria e a Lamezia dove i cup non sanno nemmeno cosa fare non avendo ancora ricevuto disposizioni.
La maggior parte di queste persone sono anziani fragili. Vanno bilanciati rischi e benefici di ogni cura, come ci è stato
correttamente detto dall’inizio, ma non possiamo ignorare che ogni diagnosi mancata, ogni terapia sospesa equivale a una perdita di opportunità di guarigione o a un più elevato rischio per la salute della persona.
I laboratori ormai assicurano solo le prestazioni indifferibili, molte terapie e follow up sono sospesi, le attività mediche e chirurgiche ordinarie sono state azzerate così come gli screening.
Persino gli accessi al pronto soccorso sono tracollati, e se questo in molti casi significa azzeramento dei ricorsi impropri in altri purtroppo vuol dire che le persone, di fronte all’insorgenza di sintomi anche gravi, come quelli dell’ictus, preferiscono restare a casa piuttosto che andare in ospedale, con tutto quel che ne consegue in termini di peggioramento della salute e
rischio di invalidità.
Se non proponiamo soluzioni nuove ai pazienti, questo stato di sospensione indefinita della gestione delle patologie significherà un enorme perdita di salute collettiva e un costo incalcolabile per il Servizio Sanitario Nazionale.
Occorre intervenire immediatamente ripristinando i percorsi assistenziali diagnostici e terapeutici per garantire ai cittadini nuovamente l’accesso alla prevenzione, alla cura, alla diagnosi tempestiva, non ultimo per fronteggiare al meglio l’inevitabile prolungamento dei tempi di attesa accumulatisi in questi mesi.
A tal fine sarà necessario innovare il setting con cui l’assistenza ospedaliera viene offerta, ripensando completamente il percorso intraospedaliero, limitando l’accesso solo ai casi realmente necessari, promuovendo l’utilizzo di innovazioni tecnologiche e organizzative che consentano di ottimizzare il percorso del paziente costretto dalle proprie condizioni a ricorrere ad un ricovero ospedaliero o a un intervento chirurgico, al fine di limitare al massimo la degenza intraospedaliera e l’utilizzo dei letti di Terapia Intensiva.
Occorrerà garantire dispositivi di protezione individuale corretti agli operatori e ai pazienti/cittadini, effettuare test specifici agli operatori, prevedere soluzioni quali utilizzo massiccio di termoscanner e investire nel triage dedicato a filtrare gli accessi isolando gli eventuali casi positivi.
Diventa fondamentalmente investire sul potenziamento della sanità territoriale puntando sul lavoro delle équipe multidisciplinari”con una utilizzazione di tutti gli strumenti disponibili e non utilizzati nonostante si continui a pagare per gli stessi.
Occorre un controllo serio e continuo e un impegno che ponga ponga al di sopra il bene di tutti. Chi non è in grado di concepire la sanità in questi termini è giusto che cambi mestiere.
Italia Nostra Lamezia Terme
Giuseppe Gigliotti
Associazione malati cronici del lametino
Saverina Gigliotti
Tribunale Pazienti Lamezia
Giuseppe Marinaro
Comitato pazienti oncologici
Terry Torquato