Lamezia, blitz Scordovillo: i nomi dei 39 cittadini colpiti da misura cautelare
4 min di letturaI nomi e le accuse in una ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lamezia Terme
LAMEZIA. Sono 39 le misure cautelari personali (5 custodie cautelari in carcere e 34 divieti di dimora nel Comune di Lamezia Terme), emesse dal G.I.P. del Tribunale di Lamezia Terme a seguito della vasta operazione condotta dai carabinieri nel campo rom di Scordovillo.
Il provvedimento ha preso avvio in seguito alle numerose denunce dei cittadini, della stampa, delle istituzioni che da anni si rivolgono agli Organi di competenza segnalando la grave emergenza ambientale causata dal campo rom di Scordovillo. Tale fenomeno non si è ridotto nonostante un primo sequestro delle aree adibite a discarica e alle onerose operazioni di bonifica effettuate dal Comune di Lamezia Terme. Un posto paragonato ad un vero e proprio “fortino, presidiato da soggetti dal curriculum criminale variegato e corposo”.
Nella bidonville lametina le condizioni igienico-sanitarie, il degrado ambientale, l’abusivismo edilizio, i reati delle più svariate tipologie sono all’ordine del giorno. Non solo, proprio non molto tempo fa il campo è stato teatro di un omicidio commesso per futili motivi. Senza naturalmente scordare i numerosi interventi dei vigili del fuoco chiamati a estinguere i frequenti roghi di pneumatici, carcasse di auto, cavi di rame provento di furto, i cui fumi carichi di diossina lambiscono il vicino nosocomio lametino e le abitazioni limitrofe. Così come da accertamenti svolti da personale dell’ArpaCal.
Per questo gli inquirenti hanno deciso di avviare una corposa indagine investigativa mediante l’impiego di telecamere e di servizi di OCP, acquisizioni documentali e sequestri.
Come si legge nell’ordinanza, il giudice per le indagini preliminari, dott.ssa Emma Sonni, ha disposto il provvedimento a carico di:
- Berlingieri Antonio, cl ’85;
- Berlingieri Massimo, cl ’79;
- Bevilacqua Antonio, cl ’86;
- Berlingieri Simone, cl ’86;
- Berlingieri Ernesto, cl ’98;
- Berlingieri Luigi, cl ’68;
- Berlingieri Cosimo, cl ’63;
- Berlingieri Luigi, cl ’88;
- Bevilacqua Rinaldo, cl ’75;
- Berlingieri Vincenzo, cl ’54;
- Bevilacqua Massimo, cl ’77;
- Berlingieri Davide, cl ’92;
- Amato Luciano, cl ’88;
- Bevilacqua Leonardo, cl ’70;
- Bevilacqua Luigi, cl ’83;
- Bevilacqua Danilo, cl ’89;
- Bevilacqua Gianluca, cl ’83;
- Amato Antonio, cl ’66;
- Amato Damiano, cl ’82;
- Amato Enzo, cl ‘ 83;
- Amato Rocco, cl’56;
- Berlingieri Cosimo cl’ 86;
- Bevilacqua Patrizia, cl ’86;
- Bevilacqua Luigi, cl ’63;
- Berlingieri Luigi, cl ’60;
- Bevilacqua Francesca, cl ’62;
- Amato Romina, cl ’77;
- Amato Antonietta, cl ’50;
- Berlingieri Damiano, cl’90;
- Bevilacqua Rosa, cl ’77;
- Bevilacqua Valeria, cl ’89;
- Berlingieri Daminano, cl ’93;
- Berlangieri Rosina, cl ’79;
- Bevilacqua Damiano, cl ’90;
- Bevilacqua Alessandro, cl ’91;
- Berlingieri Cosimo, cl ’65;
- Bevilaqua Valeria, cl ’88;
- Amato Rita, cl ’69;
- Amato Riccardo, cl ’84.
Da quanto emerso anche durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina, in particolare Antonio Berlingieri, Massimo Berlingieri, Antonio Bevilacqua e Simone Berlingieri sono indagati per reati ambientali ascrivibili all’attività d’impresa Beda Ecologia Srl, società attiva nel campo del trasporto rifiuti, il cui amministratore unico è Antonio Berlingieri. All’interno dello stesso insediamento i rifiuti, in assoluta violazione delle norme ambientali, venivano lavorati per essere successivamente trasportati presso altre società del medesimo settore dell’hinterland lametino.
Gli scarti della lavorazione (tra i quali si annoverano anche rifiuti speciali e pericolosi), invece, venivano sversati lungo la via d’accesso all’accampamento e dati alle fiamme. Nel corso dell’operazione sono stati sottoposti a sequestro preventivo 15 autoveicoli, utilizzati per il trasporto dei rifiuti, oltre alla predetta società Beda Ecologia.
Contestati inoltre i reati di traffico illecito di ferro e acciaio, nonché di rame utile al fine di porre in atto allacci abusivi alla rete elettrica e idrica della città, furto aggravato, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, discarica non autorizzata e violazione di sigilli.
Nel particolare Riccardo Amato è accusato di aver allacciato fraudolentemente cavi abusivi dalla cabina Enel sita in via Talete. Qui i militari hanno individuato un cavo in rame lungo diverse centinaia di metri che giungeva fino all’accampamento e dal quale si diramavano altre decine di allacci abusivi.
V.D.