La serata inizia alle 21 ma io salgo in centro già alle 18,30. Grandi nuvoloni si alzano dal campo zingari, via Aldo Moro e via Salvatore Miceli sono avvolti da un puzzo irrespirabile.
Ritorno ora a casa, dopo aver trascorso ore in Spagna, suonata magnificamente da due chitarristi e recitata dai gesti da mimo francese della poetessa Annalisa Insardà, e casa mia è avvelenata dai fumi tossici ed ancora tutta via Salvatore Miceli e via dei Bizantini, a scendere, rimangono stordite dal meraviglioso fumo che, ogni giorno, da più di venti anni, si innalza placido nel cielo.
I tumori nel lametino sono molto pochi, nessuno si è mai ammalato, quindi il fumo, ben tollerato, è solo questione di gusto.
Nel chiostro però il puzzo non c’era. Aleggiava una leggerissima brezza che mitigava il caldo afoso di una giornata con molta umidità, ed il pubblico accorreva festoso, come in tutte le altre iniziative, che da più di dieci anni, Raffaele Gaetano organizza.
Ogni sedia veniva occupata e moltissimi gli spettatori in piedi ed ancora moltissimi altri fuori, assiepati, desiderosi di partecipare. Ai primi posti seggono le autorità. Inizia la serata con il saluto del sindaco che, come me, è un fervente sostenitore del Sabato del Villaggio. Io addirittura, in anni passati, diedi poteri taumaturgici a lezioni di grandi filosofi venuti al teatro Umberto, allora.
Quindi capisco il sindaco. Battiamo le mani. Raffaele impeccabile inizia: ” Cartellone che esula… impregnato di cultura. Qui, nel Chiostro, la meditazione di Tommaso Campanella sulla Metafisica di Aristotele, e spulciando testi storici qui lo stesso Campanella ordì una congiura verso gli spagnoli.” Continua presentando il duo, veramente molto bravo, che non ho annotato ma farò e poi la serata inizia con testi amorosi. Siamo tutti con gli amorosi sensi. La Spagna è una rosa rossa fra i capelli. La Spagna sono le ragazze vestite di rose, la Spagna è il famoso Ciclone, film di Pieraccioni, nella mia testa.
Così, davanti al potere di Raffaele che ci regala la Spagna stasera, io è a lui che chiedo, “con tutto l’amore che posso” altro stupendo verso poetico, di rendersi promotore della cessazione dei fumi che avvelenandoci ci distraggono dalla bellezza. L’amore è anche respirare, poter respirare. Muoio così, moriamo così, senza respiro e cosa può fare l’amore? Può tutto.
Dal giornale il tema della serata “l’amore per un popolo passionale e ricco di tradizioni… Ora declinato attraverso la voce intensa e vi-brante dell’attrice Annalisa Insardà alle prese con gli immortali versi di Federico García Lorca, Pedro Salinas e Juan Ramón Jiménez, ora dai magici virtuosismi chitarristici del duo di Nunzio Cambareri, ora dall’elegante danza dei ballerini del Dream Ballet”