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Lamezia. Al campo rom di Scordovillo bruciano 50 anni di bugie, false promesse e incapacità politica

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Al campo rom di Scordovillo brucia la vergogna di mezzo secolo di bugie, false promesse, incapacità politica, malaffare, connivenze e complicità.

L’incendio che da oggi pomeriggio sta bruciando nella discarica a cielo aperto a ridosso della bidonville ha lasciato macerie e devastazione. Le fiamme sono divampate a pochi metri dall’ospedale Giovanni Paolo II dove i sanitari avevano già predisposto un piano di emergenza per l’eventuale evacuazione di pazienti e sanitari.

Nella striscia di terra che fa da confine tra il campo e il nosocomio hanno preso fuoco carcasse di auto, vecchi elettrodomestici, copertoni, eternit e altri rifiuti tutti ad alto rischio inquinante. Una vera bomba ecologica che costituisce un serio pericolo per la salute delle persone e per la salvaguardia ambientale oltre che per la salubrità dell’aria. Da oggi pomeriggio tutta la zona è pervasa da un’aria irrespirabile e da un lezzo maleodorante di bruciato.

Il campo rom è una vergogna riconosciuta: l’emblema dell’inciviltà, della violazione di ogni diritto. Una favela che doveva essere sgomberata già diversi anni fa ma l’ordinanza di sgombero nessuno l’ha mai eseguita. E intanto al campo l’illegalità diventa lecita e routinaria. Fino a quando la comunità lametina sarà costretta a sopportare inerme tutto ciò? Quando bugie e false promesse saranno seguite da fatti concreti? Il campo va smantellato e l’area bonificata. Chi avrà il coraggio di intraprendere una simile ma necessaria operazione? Intanto Lamezia attende e Scordovillo brucia…

M.S.

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