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Lamezia città sempre più abbandonata a se stessa: l’appello di Calabria Sociale

3 min di lettura

LAMEZIA. L’associazione Calabria Sociale che si occupa di natura, ambiente, ecologia, cultura, turismo evidenzia lo stato di degrado e di abbandono in cui la città di Lamezia è ormai sprofondata da tempo.

Di seguito la nota stampa di Gianfranco Turino della Presidenza regionale della stessa associazione: “Sottopongo, al collettivo sociale, alcune foto che parlano da sole del degrado in cui siamo precipitati, esiste solo un commento, vergogna!.

Sono soltanto una parziale espressione dell’inciviltà che continua a dequalificare la nostra città dove i vari cassonetti pubblici, ancora lasciati per una funzione generale di raccolta, diventano solo un optional di chi non ha alcun interesse a rispettare le regole.

Non parliamo poi degli escrementi di animali sui marciapiedi e in mezzo alle strade. Lamezia sta diventando il corridoio del nulla e del libertinaggio.

Quelle foto sono solo un esempio, avrei potuto riempire intere pagine dimostrando che la situazione è identica su tutto il territorio.

In sintesi, il solito presuntuoso pressappochismo di chi pensa e crede d’essere il soggetto unico in diritto di esercire una soluzione interamente singola, infischiandosene, mi si faccia passare la frase anche se poco corretta, della comunità.

Lamezia. Fermo l’impianto di trattamento rifiuti

L’inciviltà con la storia dei rifiuti, prosegue nella sua scia di continue infrazioni che cancellano l’urbanità di convivenza  senza il  minimo ripensamento, trasformando la città in una discarica a cielo aperto, dove immondizie e altro ammorbano l’aria e deturpano l’ambiente, senza che qualcuno, che conta, intervenga a mettere la parola fine a questa corsa al nulla assoluto.

Un sociale da troppo tempo turbato e sottoposto a inchieste e cadute verticali della politica, che hanno portato, per l’ennesima volta, il comune ad essere privo di sindaco e di consiglio, cancellati per la vergogna di scelte elettorali inquinate.

Chi gestisce, attualmente, le stanze del palazzo comunale, non è nelle condizioni di fare in modo che lo sconcio abbia una fine; intanto la città si trasforma, sempre più, in una cloaca, facendo svanire il pensiero di un possibile e ricercato centro urbano erede di cultura, spettacolo e socialità.

Il tutto è una questione di cultura, che manca, nella maggior parte dei soggetti umani, l’interesse per il proprio ambiente e per l’igienicità della propria città.

Rispettare alcune norme importanti non è un peso, ma un doveroso impegno civico che consentirebbe di avere quell’ordine; oggi, me lo si consenta, inesistente, perduto nei meandri del disinteresse generale. Sollecito a conclusione, se esiste ancora una legalità, un intervento severo e deciso, per riportare la città, ad essere se stessa e non una sperduta nullità preda di mille situazioni esplodenti ed esplosive”.

Gianfranco Turino

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