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Lamezia, comitato “19 Marzo”: lettera aperta al ministro della sanità

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Ospedale Lamezia

LAMEZIA. Il giovane professionista Armando Cavaliere, componente del comitato sanità “19 marzo” scrive una lettera aperta al ministro della Salute Giulia Grillo, invitandola a venire a Lamezia per visitare l’ospedale Giovanni Paolo II di via Perugini. Di seguito la missiva:

 

“Ill.mo Ministro della Salute On. Giulia Grillo,

Le scrivo la presente richiamando due lettere inviate presso la sua sede (ricevuta lo scorso 18 Giugno) e all’indirizzo della sede centrale del suo dicastero (ricevuta questa volta il successivo 26 Settembre) da parte del coordinamento ’19 Marzo’, gruppo di cittadini impegnati dal punto di vista sociale in Sanità del quale ho il piacere di far parte.

È da circa un anno che ho deciso di aderire ad un partito (FdI) con la responsabilità del dipartimento Sanità della città, ma le scrivo oggi soprattutto in qualità di cittadino. Non ho potuto fare a meno di notare l’invito dello scorso 2 febbraio, presente sul suo profilo ufficiale di un noto social network, a segnalarle strutture da visitare. Così ho deciso di chiederle di venire a Lamezia Terme (CZ) per vedere personalmente l’importante edificio che ospita il Giovanni Paolo II (Spoke) e rendersi conto di quanto effettivamente avrebbe da offrire ai calabresi ed al Meridione questa imponente struttura. L’ospedale lametino ha tutto da offrire alla città e alla regione ma, purtroppo, negli anni ha perso tanto sia per quanto riguarda i reparti (uno fra tutti quello di Terapia Intensiva Neonatale, eccellenza riconosciuta) sia relativamente al personale medico ed infermieristico, con tutto ciò che ne è potuto derivare, con le precedenti gestioni commissariali. Le faccio presente questo, ma altrettanto importanti restano quelli montani (ad es. Soveria Mannelli) che attraversano difficoltà di non minore importanza.

Non voglio qui ripetere quanto già avrà avuto modo di leggere nelle precedenti lettere di cui sopra. Anche perché della situazione calabrese ne è certamente a conoscenza in modo più approfondito di chi Le scrive. Mi limiterò a (ri)farle presente, però, che nelle immediate vicinanze – per non dire proprio adiacente – del Giovanni Paolo II troverà, laddove deciderà di accogliere positivamente questa mia richiesta s’intende, uno dei campi rom più grandi del Mezzogiorno.  All’interno dell’accampamento molte famiglie vivono in condizioni igienico-sanitarie non tollerabili e dal quale non sono mancati episodi di sollevamento fumi tossici che hanno ricoperto lo stesso nosocomio cittadino. Troverà, ancora, molte difficoltà già solo in Pronto Soccorso dove solamente ieri si è verificata l’ennesima aggressione – pare non di natura fisica – ai danni di sanitari in servizio. Durante gli anni – dal 2016 – abbiamo avuto modo di instaurare un rapporto continuo con il precedente direttore generale dell’Asp di Catanzaro e con gli altri attuali dirigenti, sanitario ed amministrativo, dello stesso ente ed abbiamo così modo di prendere notizia di quanto si sta facendo a livello sanitario nel Giovanni Paolo II (e fuori dai confini di questo) oltre che di sollecitare la risoluzione di alcune problematiche o questioni precedentemente portate alla loro attenzione.

Stesso rapporto abbiamo cercato di instaurare con esponenti regionali e con il precedente commissario ad acta. Purtroppo, con questi ultimi, senza continuità. Siamo contenti di questo – dove utilizzo il plurale è perché sicuro che gli altri membri del coordinamento la vedono allo stesso mio modo – ma allo stesso tempo sono certo che una sua visita sarebbe vista come importante monito per tutti gli operatori, dal gradino più basso a quello più alto della piramide gerarchica dei ruoli, e porterebbe maggiore sicurezza in ognuno di loro prima che di ogni lametino e calabrese”.

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