Lamezia. Costantino (Ipssar Einaudi): “l’Asp fornisca linee guida univoche e chiare”
5 min di letturaDopo le festività natalizie, gli istituti scolastici si son trovati a gestire il rientro tra i banchi e le nuove disposizioni governative proprio durante il picco della quarta ondata pandemica. A tal proposito abbiamo intervistato la dirigente dell’Ipssar Einaudi di Lamezia Terme, Rossana Costantino.
L’inizio dell’anno è coinciso con un notevole numero di contagi e nuove norme, quali sono le difficoltà che state affrontando?
I disagi che stiamo avendo sono soprattutto di carattere sanitario, ma con una pandemia credo sia normale. Il problema è che ci troviamo privi di linee guida certe e condivise a livello regionale. In altre regioni, più virtuose delle nostre, i miei colleghi hanno ricevuto sia dall’Usr (Ufficio scolastico regionale) che dalla struttura sanitaria regionale indicazioni univoche e chiare circa le decisioni da assumere in presenza di specifici casi. In Calabria questo manca e, quindi, l’unico punto di riferimento certo è il decreto legge del 7 gennaio 2022 che ci spiega come gestire i casi Covid all’interno della scuola. Ovviamente il D.L. ha dato per scontato che l’ASP facesse il tracciamento e, invece, questo manca totalmente. I nostri allievi, non producono una documentazione certa prodotta dall’Asp, ma ricorrono a tamponi rapidi casalinghi che, a volte, non vengono confermati in farmacia. Le faccio un esempio di un nostro alunno il quale si è visto risultare positivo a ben due tamponi casalinghi, mentre è risultato negativo ai tamponi erogati dalle farmacie.
In questi casi come comportarsi?
In questo caso, per fugare ogni dubbio, sarebbe stato necessario procedere con un tampone molecolare. Il problema è che mentre l’antigenico se prescritto non ha alcun costo, ma viene effettuato gratuitamente per i ragazzi, il costo del molecolare deve essere sostenuto dall’interessato. E considerando i costi del molecolare, la cui esecuzione potrebbe essere necessaria in più battute, ci rendiamo conto dell’impossibilità economica anche di poterlo effettuare. Consideri che il ragazzo, risultato negativo al tampone antigenico rapido eseguito in farmacia, dopo essere rientrato a scuola come da normativa, nel giro di qualche giorno è poi risultato positivo; forse perché precedentemente la carica virale era troppo bassa da essere rilevata.
Al momento, insieme ai miei colleghi, ci troviamo a fronteggiare una situazione che, di giorno in giorno, sta peggiorando. L’auspicio è di aver raggiunto il picco e di registrare da oggi in avanti un calo di contagi.
L’aumento dei contagi si evidenzia con immediatezza dalla rilevazione settimanale che siamo chiamati a fare sul SIDI (sono i dati ministeriali ufficiali). Io, per esempio, per la settimana appena trascorsa (dal 10 al 17 gennaio), ho segnalato solo 6 casi di contagio tra gli studenti di cui 4 erano antecedenti al rientro dopo l’interruzione natalizia e, quindi, di fatto non rilevabili sul piano scolastico.
Ad oggi, conto già 15 casi di contagio, quasi triplicati, dunque, e la settimana non è ancora terminata.
Inoltre, la settimana scorsa non ho segnalato alcuna classe in didattica a distanza, ad oggi ne ho due: una totale e un’altra per la quale è consentita la frequenza dei ragazzi già vaccinati o guariti da meno di 120 giorni o con dose booster. Ovviamente i casi di ragazzi con dose booster sono minimi, in quanto per i minori è stata autorizzata solo di recente.
Cosa chiede, quindi, alle istituzioni e agli enti preposti?
Innanzitutto, voglio chiarire che condivido pienamente la decisione ministeriale che la scuola deve essere in presenza. La didattica a distanza, a mio avviso è utile esclusivamente se integra e non sostituisce quella in presenza.
Quindi i ragazzi devono essere presenti a scuola, ma devono esserlo in sicurezza. Dunque chiedo un canale privilegiato per le studentesse e gli studenti nel tracciamento e nella possibilità di effettuare un tampone che consenta loro di essere ammessi a scuola una volta guariti e non lasciati in balia delle tempistiche fortemente allargate dell’Asp. Anche in questo caso posso riportarle un esempio: un nostro ragazzo, contatto stretto di un positivo e regolarmente vaccinato, dopo aver osservato il periodo di isolamento previsto ed aver effettuato due tamponi di controllo, risultati negativi e non riscontrando alcun sintomo, è rientrato a scuola. Dopo qualche giorno ha avvertito dei sintomi ed è risultato ancora positivo.
Forse è per questo che i contagi stanno aumentando così tanto? Quanti ragazzi asintomatici, a contatto stretto di soggetto positivo, risultano negativi e poi non lo sono? E così rientrano a scuola veicolando la diffusione del virus.
Come migliorare la gestione dei contagi?
Con Linee guida certe e condivise. È l’unico modo.
Ad esempio, cosa fare nel caso di uno studente negativo, ma convivente di soggetto positivo?
Questi ragazzi possono frequentare in autosorveglianza? Hanno diritto alla Dad?
Questi aspetti non ci sono stati chiariti. La logica ci suggerisce, in base anche alla normativa che considera questi soggetti ad alto rischio, il periodo di quarantena, ma questo non deve precludere loro il diritto allo studio.
Sarebbe quindi necessario avviare la didattica a distanza. Certo non è la scuola, è un surrogato di scuola, consentitemi il termine, ma in alcuni casi costituisce il male minore.
In ogni caso non abbiamo una indicazione chiara, anche in riferimento a soggetti fragili. Purtroppo, le malattie gravi non risparmiano gli studenti e si verifica anche il caso di pazienti oncologici. In questi casi è sicuro far frequentare le lezioni in presenza esponendoli al rischio di un contagio?
Io li considererei alla stregua dei lavoratori fragili a cui va garantito lo smart-working. Queste informazioni ci mancano, per questo personalmente vorrei chiarezza sulle linee guida e sui comportamenti da adottare per la gestione dei contagi.