Lamezia. Cristiano: Comune aiuti le piccole partite iva
3 min di letturaIl Coronavirus sta mettendo a dura prova la tenuta sociale del sistema Italia, sia dal punto di vista sanitario che dal punto di vista socio-economico
Comunicato Stampa
Un dramma che colpisce famiglie, lavoratori ed imprese alle prese, forse, con la più grande crisi economica dal dopoguerra ad oggi.
È innegabile che il governo centrale abbia cercato di mettere in campo delle misure che, anche se meritevoli dal punto di vista sociale, non sono certamente sufficienti a frenare la deriva economica che di qui a breve rischia di abbattersi sopratutto nei confronti delle piccole partite iva, liberi professionisti, commercianti, artigiani e su tutte le categorie che non usufruiscono di ammortizzatori sociali, quindi rischiano di diventare i lavoratori più esposti alle conseguenze della crisi generata dalle misure governative di contenimento dell’epidemia.
Ed allora, mentre le banche continuano ancora oggi a chiedere di onorare gli impegni e le bollette continuano ad arrivare, la conseguenza è soltanto una: se non lavorano non guadagnano e non potranno far fronte alle più elementari esigenze di vita e familiari.
Ed ecco che ogni ente locale, a mio avviso, è obbligato dal punto di vista morale, sociale e materiale a fare la sua parte ed aiutare queste categorie, attraverso l’utilizzo di fondi di bilancio comunale per andare incontro alle esigenze di tutti i titolari (riferimento soprattutto alle piccole aziende) di partite iva che nel mese di marzo hanno dovuto sospendere la propria attività a causa dell’emergenza coronavirus.
La proposta è di stanziare un apposito fondo per l’erogazione di un contributo economico fino ad un massimo di 500 euro, stabilendo un tetto massimo di fatturato, rientrando nell’alveo delle piccole aziende, aggiungendo le attività di nuova apertura.
Nulla di impossibile, ricordo infatti che nel 2016, in qualità di ex amministratore, fui promotore di una misura sociale importante, i famosi 400 euro per i disoccupati lametini.
Conosco bene il bilancio comunale e nello specifico quello dei servizi sociali e sono pienamente consapevole che i fondi ci sono e che se non verranno spesi per queste misure in futuro verranno spesi per altro.
Mi permetto di fare un piccolo appunto, in un momento quale quello attuale, il sottoscritto non avrebbe mai autorizzato la spesa di 600.000 euro per il bando gestione dei parchi urbani, importanti luoghi di aggregazione si ma nel bel mezzo di una crisi sanitaria, sociale ed economica non è una priorità. Avrei invece optato per una variazione di bilancio aiutando, per come detto, le piccole partite iva.