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Lamezia. La famiglia al centro della pastorale diocesana

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Lamezia. La famiglia al centro della pastorale diocesana

Il Vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, monsignor Serafino Parisi, ha incontrato il Consiglio Episcopale, i Vicari Foranei ed i direttori degli Uffici di Pastorale

Una pastorale familiare che abbracci l’intera Diocesi e, trasversalmente, attraversi tutte le sue componenti guardando a quello che, di fatto, è il nucleo della realtà in cui si vive e si opera, come ad un momento importante e fondante della società. Questo, sinteticamente, potrebbe essere l’auspicio del Vescovo, monsignor Serafino Parisi, per la Chiesa lametina, espresso nel corso dell’incontro con il Consiglio episcopale, i Vicari foranei, ed i direttori degli Uffici di Pastorale, che, mensilmente, rappresenta un momento di confronto e di formazione nel corso del quale, oltre a fare il punto sulle varie attività messe in campo in Diocesi, si affrontano temi di attualità.

Ed in un momento in cui la famiglia sembra essere vista come un qualcosa di lontano, estraneo, “fuori moda”, la Chiesa di Lamezia intende puntare su di essa intesa come “luogo dell’incontro, della condivisione, dell’uscire da sé stessi per accogliere l’altro e stargli vicino”, come aveva sottolineato papa Francesco nel X incontro mondiale delle famiglie, e come “primo luogo dove si impara ad amare”.Lamezia. La famiglia al centro della pastorale diocesana

Attenzione alla famiglia, ma anche alle varie forme di disabilità, alla malattia, agli ultimi ai quali bisogna guardare con attenzione, rispetto, amore, servizio, come “Ostie consacrate” poste nei loro ostensori.

Ed in questo diventa importante e fondante il contributo e l’opera che i Vicari episcopali e foranei quotidianamente mettono a disposizione della Diocesi perché si cammini insieme per il bene comune di una Chiesa che vuole porsi in ascolto dell’altro, per essere sempre più aperta sul mondo ma anche testimonianza concreta per le realtà in cui ciascuno opera nella convinzione che “essere cattolici non deve essere una costrizione, ma una scelta consapevole”.