Lamezia, FdI-An: “Sant’Eufemia, un quartiere in stato di assedio”
4 min di letturaSempre più degrado in città
La nota stampa di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale sul tema della sicurezza sociale.
Sant’Eufemia Lamezia vive oramai in uno stato di assedio ed è “occupata”.
Il quartiere lametino ed in particolare la zona a ridosso della stazione, nei pressi dei parcheggi dov’è posizionato la “LOCOMOTIVA“, ospita indegnamente un vasto giro di prostituzione che, senza ombra di dubbio, porta ancora più degrado in una città che già ha un futuro decisamente compromesso
Questo è purtroppo il tragico quadro odierno di Sant’Eufemia, quartiere di Lamezia Terme, dipinto da Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale Lamezia; la sensazione di sicurezza avvertita dai cittadini si fa sempre più flebile ed il vizio della “lussuria” è il primo richiamo promozionale.
Tenendo sempre a mente che degrado porta degrado, Sant’Eufemia Lamezia ha bisogno di una netta inversione di marcia per tornare ad essere un quartiere cittadino tranquillo, sicuro ed attrattivo per la residenzialità.
Esigenze di assistenza umanitaria e di integrazione potrebbero essere condivisibili se praticate con serietà e raziocinio e nessuno le metterebbe in discussione se gestite nel rispetto delle regole e soprattutto nel rispetto delle comunità cittadine. Queste imposizioni pessimamente gestite dal governo italiano non possono e non debbono pregiudicare la tutela della sicurezza sociale e dei diritti dei cittadini italiani che restano – per FdI-An – valori assoluti e indiscutibili di riferimento.
Al fine di evitare strumentali polemiche di natura politica, Fratelli d’Italia – AN chiarisce subito che si rende necessario distinguere le problematiche legate ad esigenze di assistenza umanitaria con quelle di sicurezza sociale e tutela dell’ordine pubblico. Una cosa è la posizione dei migranti che lasciano i loro paesi per sfuggire a guerre, persecuzioni e carestie, un’altra cosa è la situazione di soggetti socialmente pericolosi che sfruttano la loro presunta “e non provata” condizione di migranti al fine di protrarre la loro permanenza sul territorio italiano e per continuare a delinquere in modo indisturbato.
Tenere sotto stretto controllo i soggetti e le zone socialmente pericolose, assicurerebbe un aumento del livello di sicurezza percepito dai cittadini che, non può essere compromesso da una malinteso quanto strumentale senso di solidarietà apparente.
Prostitute, nullafacenti, accattoni e piccoli delinquenti seriali, piaccia o non piaccia contribuiscono – senza il timore che si stia facendo un discorso razzista – ad attirare fenomeni di illegalità. Di questo bisogna prenderne atto perché dove c’è una loro massiccia presenza riscontriamo un aumento di reati come furti, scippi e rapine negli appartamenti. È un dato incontrovertibile che il diritto primario della sicurezza e la sua “percezione”, sono direttamente collegate alle modalità con le quali le istituzioni riescono ad offrire sicurezza e rassicurazione a tutti i cittadini, attraverso misure di prevenzione, di controllo del territorio.
È necessario un intervento di “sistema” che consenta a tutti i livelli di interagire per produrre maggiore sicurezza e dare un segnale forte. Bisogna intensificare l’impegno in tema di ordine pubblico mettendo in campo azioni volte a promuovere e realizzare una condizione di piena sicurezza non solo attraverso la prevenzione di atti criminosi ma anche tramite la creazione di ambienti che disincentivino comportamenti illegali, violenti, devianti e incivili.
L’obiettivo principale dovrà essere quello di recuperare l’adesione del tessuto sociale cittadino “sano” e “produttivo” nella lotta contro le “zone d’ombra”. La difesa del territorio, non dimentichiamolo, significa non abbandonarlo a se stesso e farlo vivere. Più spazio occupiamo, meno possibilità diamo alla delinquenza di impadronirsi del territorio.
La nostra proposta è quella di creare una sinergia operativa tra il mondo del Pubblico e quello del Privato fatto dai cittadini, ipotizzando la costruzione di una “rete di collaborazione” fra le forze dell’ordine e gli operatori privati a controllo della città. La ricetta che Fratelli d’Italia–AN propone è dunque questa: assicurare una sicurezza sociale alle nostre comunità vuol dire garantire loro produttività e dunque lavoro; assicurare quindi una sicurezza sociale alla comunità garantisce una vita serena ai cittadini.