Lamezia. La fontana nuova di piazza d’Armi, nel cuore del centro cittadino
3 min di letturaLa fontana nuova è una delle fontane storiche dell’ex comune di Nicastro installata all’interno della villa comunale di Piazza d’Armi. Un’opera, progettata inizialmente per tutt’altra ubicazione
Le notizie relative la Fontana Nuova sono da ricercare negli Achivi di Nicastro e Catanzaro, su riviste locali e piani regolatori del XX secolo, oltre che su immagini e cartoline d’epoca che spopolano nei gruppi dei vari social.
La prima attestazione sulla fontana è presente in una lettera conservata nell’Archivio di Stato di Catanzaro circa la sua costruzione e quella dell’acquedotto, in cui si fa una breve descrizione strutturale nel suo complesso.
Inizialmente nota con il nome di Fontana Grande, è stata progettata nel 1838 dall’ingegnere Basilio Frangipane.
In seguito all’evento sismico del 1783 che colpì la Calabria, si avviò un processo di ricostruzione delle città, ammodernandola e fornendo nuovi punti monumentali che ispirassero un senso di maggiore stabilità tra la cittadinanza; in questo contesto ricade il progetto della Fontana Grande.
L’iniziale ubicazione la prevedeva nel centro di Nicastro, in Largo Fontana Nuova, posta all’inizio di corso Numistrano e in prossimità della cattedrale, dell’episcopio, della casa comunale e di piazza del Mercato, oggi nota come piazza Stocco. Qui, nel 1923 viene collocato il Monumento dei Caduti, optando per un trasferimento della fontana in piazza Littorio, oggi piazza Rotonda. In ultimo, negli anni Cinquanta trova la sua attuale posizione in piazza d’Armi, oggi piazza Mazzini.
Da un punto di vista strutturale la fontana si presenta con un’ampia vasca circolare posta alla base realizzata in conci di pietra, al cui centro è posto un pilastro a pianta quadrata su cui si sviluppa una colonnina scanalata e sagomata che conferisce slancio allo stelo, sormontata da una vasca di più ridotte dimensioni. La fontana monumentale è posta su un basamento rialzato atto a conferire l’iniziale configurazione persa durante i continui spostamenti e rimaneggiamenti. Si tratta di un monumento simbolo della rinascita socio-architettonica che ha segnato quasi tutte le cittadine calabresi alla fine del ‘700 dopo il tremendo evento sismico. Un bene che oggi si stenta ad apprezzare, posto al centro di uno spazio verde che un tempo è stato emblema della vitalità commerciale cittadina, ma che oggi è espressione di degrado ambientale e sociale.
Felicia Villella