Lamezia, futuro incerto per l’Ospedale. “Tanta sofferenza e voglia di combattere”
4 min di letturaTutti contro il Decreto n. 69 del 14 marzo scorso di Roberto Occhiuto attraverso il quale si intende ridimensionare il sistema sanitario lametino
Il Pd organizza, al Chiostro Caffè Letterario di Lamezia un’iniziativa pubblica al quale partecipano diversi relatori, tra cui la vicepresidente della Commissione sanità in Consiglio regionale Amalia Bruni che si mostra sofferente davanti a tanto disagio.
La dottoressa è molto chiara: “È la stessa modalità usata da Scura nel 2016. Se Occhiuto non lo ritira si rischia che il decreto vada avanti. Mi sento ferita da un punto di vista professionale e umano. Non cerco propaganda, c’è solo sofferenza e voglia di fare battaglia per avere dei risultati. Sono tante le voci di dissenso. stasera abbiamo voluto un’assemblea pubblica per creare un punto di partenza.”
La Bruni fa poi un’analisi prettamente matematica: “Azienda zero ha 24 operative complesse, Catanzaro ne ha 21, significa che se dai tutto ad Azienda Zero automaticamente si perde agli altri ospedali“.
A mostrare il proprio dissenso anche Fiore Isabella (TDM) che asserisce: “E’ evidente che la pandemia non ci ha insegnato nulla. È necessario attrezzare tutti gli ospedali per accogliere tutte le esigenze dei cittadini. Non possiamo negare a nessuno il diritto alla salute. Risulta fondamentale riorganizzare la rete ospedaliera per rendere più funzionale il nostro ospedale”
A prendere poi parte nel dibattito è stato anche Domenico Giampà, sindaco di San Pietro a Maida, che asserisce “Anziché pensare come migliorare l’offerta sanitaria si gioca a come protestare ai tagli. Ci si impegni piuttosto tutti a progettare un’offerta sanitaria che tenga conto delle esigenze sanitarie dei cittadini di Lamezia e dell’hinterland“.
Anche Rosario Piccioni (Lamezia Bene Comune) ha esposto il proprio punto di vista sottolineando quanto sia stato imbarazzante il tentativo di sminuire la gravità della cosa in Commissione da parte del vice sindaco Antonello Bevilacqua. Il problema del DCA, secondo il consigliere comunale, è che va a tagliare le strutture semplici dipartimentali. La chiusura di queste strutture avrà delle importanti ripercussioni anche per i reparti rimanenti.
Continua Piccioni: “È grave che Occhiuto abbia firmato un decreto a sua insaputa. A noi non sta bene che rimanga tutto come prima, bisogna tornare alla sanità che c’era prima e che Lamezia merita. Inaccettabile inoltre la scelta di spostare il Trauma Center a Catanzaro, non per un discorso campanilistico ma per un discorso di centralità che porterebbe disagi a tutta la regione“.
Altro intervento è stato quello del Segretario regionale della Cgil Medici, Francesco Masotti, che partecipa al dibattito facendo una disamina sulla situazione attuale: “Credo che Occhiuto faccia bene a non fare proclami”.
Secondo Francesco Rotella, rappresentante della LIFC – Lega italiana fibrosi cistica, a Lamezia c’è un centro regionale dove afferiscono 162 pazienti, chiudere questo reparto significherebbe dunque mandare a morire queste persone, e la cosa è inaccettabile.
Nel corso del dibattitto ha preso la parola anche la dottoressa Mimma Caloiero, sostenendo che in base a questo decreto la pediatria non esiste più. “Facciamo i salti mortali – asserisce la dottoressa – per mantenere quello che è un diritto. Si taglia in maniera indiscriminata senza guardare le esigenze dei cittadini.
A rivendicare il diritto alla salute di ogni cittadino è stato l’ing. Francesco Grandinetti, evidenziando che manca l’attenzione in tutte le azioni che compiamo “Oggi noi stiamo smantellando il nostro diritto alla salute e dobbiamo lottare tutti uniti perché la salute è di tutti e non di destra o di sinistra“.
Coesione e condivisione di obiettivi comuni sono invece i valori portati avanti durante il suo intervento da Caterina Suriano (Vicesegretario aziendale ANAAO), la quale non nasconde che vorrebbe vedere nei lametini personalità più combattenti e massimo impegno per impedire la chiusura dell’ospedale.
Carlo Bernardo (associazione famiglie), prendendo parte al dibattito, sostiene che il debito sanitario potrebbe azzerarsi in un solo anno unicamente applicando la legge del 34%.
Per tutti risulta fondamentale costituire un comitato che possa portare avanti quanto emerso durante l’incontro.
Le conclusioni di Amalia Bruni: “Chiederemo audizione al generale Battistini, ne parleremo inoltre in consiglio regionale“.