Lamezia. Il dottor Colangelo dona un defibrillatore alla città, installato in pieno centro
3 min di letturaLamezia. Installato un defibrillatore pubblico in piazza Michele Grandinetti, in pieno centro cittadino
Dalla Campania alla Calabria. Il dott Giuseppe Colangelo, grazie ad una campagna di crowdfunding avviata lo scorso aprile e che ha visto l’arrivo di contributi economici da tutta Italia e non solo, con un totale raggiunto di quasi 1.400 euro, ha permesso l’installazione di un defibrillatore pubblico, custodito in una teca a piazza Michele Grandinetti (zona ex Cavallino), per contrastare la morte cardiaca improvvisa.
Nella stessa giornata ha tenuto gratuitamente un corso Blsd che ha brevettato personale sanitario, laico e militare alle corrette manovre di rianimazione cardiopolmonare.
Oggi, 30 persone in più in città sono in grado di utilizzare il defibrillatore e intervenire tempestivamente operando con le giuste manovre per ripristinare il corretto funzionamento dell’attività elettrica del cuore.
“Ho voluto fortemente che Lamezia, mia città natale, fosse dotata di un PAD (postazione pubblica di un defibrillatore). E’ un segno, che viene dalla gente per la gente, per cardioproteggere i territori. Un solo defibrillatore però non basta, qualcun altro dovrà proseguire su questa strada”, ci ha raccontato telefonicamente Colangelo, dirigente medico all’Unità Operativa Complessa di Cardiologia UTIC di Sarno, istruttore Blsd e Pblsd, e membro dell’equipe medica dell’associazione “Cuore Campania”.
“Quello installato è un defibrillatore di ultima generazione, geolocalizzato insieme a tutti i dispositivi presenti sul territorio nazionale individuabili attraverso la medical App “Io rianimo” creata dall’associazione e scaricabile da tutti.
Si tratta di un presidio da difendere e preservare, come ho chiesto anche alle Forze dell’Ordine presenti, per evitare che finisca vandalizzato. Il Dae è un grande segno di civiltà, ci sono città italiane che hanno una postazione ogni duecento o quattrocento metri. Diffondere la cultura del primo soccorso anche nel mondo laico è sicuramente un passo fondamentale. Il tempo è vita: in genere in quattro o cinque minuti un’ambulanza non arriva, ed è il tempo in cui si manifestano lesioni celebrali. Aver intorno persone brevettate, come si dice in gergo, è il solo modo per garantire la sopravvivenza del malcapitato. Oggi vorrei che quanto è stato fatto, e si tratta di una goccia nel deserto, possa servire a defibrillare le coscienze e la sensibilità degli scettici, e risollevare questo sud intorpidito”.
Proseguirà quindi l’impegno di Giuseppe Colangelo in Calabria?
“Quello che ho fatto, l’ho fatto col cuore – sottolinea il dirigente medico – Vorrei che adesso fossero i calabresi e i lametini a portare avanti questo e altri ambiziosi progetti. Non serve che venga un ‘lametino da fuori’. Non è stato semplice organizzare l’evento e coinvolgere la città. Purtroppo non ha partecipato la Polizia locale né il commissario prefettizio del comune. Ringrazio i tanti colleghi che anche da lontano, pur non conoscendo la città, hanno fatto piccole e grandi donazioni consci della bontà del progetto. E invito tutti i miei amici di Lamezia a far tesoro dei segni tracciati, e a non fermarsi qui. Scattatevi un selfie accanto al defibrillatore, per ricordarvi che anche solo la possibilità di salvare una vita umana è una fortuna che non ha prezzo”.
Maria Francesca Gentile