Lamezia, il festival delle arti e dei mestieri a cura del Piccolo di Teatrop
4 min di letturaLAMEZIA. Si conclude un anno di laboratori nelle scuole a cura del Piccolo di Teatrop. “Il teatro guarda alle antiche maestranze e ai ʻmondi culturaliʼ che ci sono stati tramandati col racconto orale dalle donne. Figure sociali irrinunciabili, che, col loro agire, sono portatrici di messaggi educativi per le future generazioni”.
Questo il filo rosso che ha guidato un anno di progetti laboratoriali nelle scuole e al Chiostro di San Domenico di Lamezia Terme – da settembre 2018 a maggio 2019 – e un mese di eventi culturali, promossi e realizzati dall’associazione Il Piccolo (affiancata dalla compagnia teatrop e dal laboratorio di innovazione sociale Cantieri di imprese). Il Festival delle Arti e dei Mestieri si è svolto, dunque, nell’arco di vari appuntamenti nel mese di maggio, per rappresentare attraverso le diverse forme d’espressione artistica – la musica, il teatro, il canto – i temi comuni degli spettacoli e dei laboratori: il ritmo lento del tramandare orale, del narrare storie di popoli e storie di donne. Tra le tante rassegne realizzate, una è stata dedicata alle performance teatrali, dove si è spaziato dalla reinterpretazione della questione meridionale, al legame tra il piacere del cibo e la memoria storica, e ancora, ai ritratti delle donne del Sud. Per citare alcuni esempi, l’artista lucano Kalura ha portato in scena “Munnu Era”; l’attore calabrese Carlo Gallo ha creato un itinerario ʻscenicoʼ tra letteratura e gusto in “Sensi Lib(e)ri”;
Francesca Prestia, grintosa e affascinante cantastorie calabrese, invece, si è esibita nel suo “Fimmini du Sud”, spettacolo che s’inserisce in una tradizione musicale di denuncia.
La rassegna musicale ha visto come protagonisti, tra gli altri: Nando Brusco, che con tamburo, voce e pathos ha raccontato la sua Calabria, e Biagio Accardi musicista che ha presentato il “ritmo lento” del suo particolare viaggio sul Pollino. Unico nel suo genere, l’evento di teatro slam al femminile “La parola alle donne” ha avuto un successo superiore alle aspettative. È stata data voce alle donne, ognuna, in completa libertà, ha cantato, letto o raccontato una storia. Un’intera serata dedicata alla complessa espressività femminile, col suo bagaglio di significati e valori universali. Il fine non è stato solo quello di dare voce alle donne, ma di conferire all’arte vocale la sua funzione comunicativa più essenziale e imprescindibile. Alcuni degli artisti del festival si sono esibiti nelle scuole di Lamezia con dei live e degli spettacoli. Hanno raccontato agli studenti le loro esperienze e loro vite, segnate da una quotidianità intrisa di narrazioni, ricerche e percorsi lenti, in netto contrasto con la comunicazione smart e sintetica dei nuovi media. Non meno importante, infatti, è stata la rassegna per le scuole insieme alla rassegna per le famiglie, con in programma manifestazioni pensate appositamente per i ragazzi. Apprezzatissimo è stato lo spettacolo “La Merenda Stregata”, dove, tra piccole magie e litigi tra streghe sui trampoli, i bambini hanno imparato a conoscere alimenti sani e buoni da mangiare come i semi. Alla fine delle rappresentazioni per le famiglie, di solito, venivano distribuiti dei sacchetti contenenti dei semi da piantare, prendendo spunto dal movimento mondiale di “guerrilla gardening”. Metafora dell’educazione come un qualcosa da coltivare e curare.
L’associazione il Piccolo, oltre a organizzare varie tipologie di spettacoli per diversi target, in particolare, ha portato avanti un lavoro, durato un anno accademico, di laboratori teatrali per bambini e ragazzi. Il percorso ha avuto inizio nelle scuole l’autunno scorso con i laboratori d’arte teatrale condotti da attori ed educatori della compagnia teatrop. Le attività principali sono state il riciclo, la sand art, benessere fisico, commedia, movimento, danza, respiro e psicomotricità. Il teatro per costruire comunità creative e sensibili all’arte si serve della didattica, in modo da poter stimolare la partecipazione dei ragazzi al mondo istrionico della scena, che diventa non solo mera occasione di svago ma itinerario di conoscenze, formazione e riscoperta di sé.