Lamezia. Il gruppo dei Santi Quaranta alla scoperta della pietra di Caria
2 min di letturaAlla scoperta della pietra di Caria
LAMEZIA. Nei giorni scorsi, durante un’escursione esplorativa del gruppo dei Santi Quaranta, dopo anni dal primo sopralluogo, è stata visitata quella che è conosciuta nel lametino come la pietra di Caria.
Affiancati dal geologo Francesco Scarpino, si è constatato che la pietra di Caria è posizionata all’interno del bacino idrografico del fiume Bagni ai piedi della Cona di San Mazzeo.
L’area in questione è caratterizzata da affioramenti di rocce metamorfiche appartenenti all’Unità del Frido (Gullà et al.2005). Questi terreni metamorfici sono datati al Cretaceo e in passato costituivano il fondale dell’antico oceano ligure-piemontese.
La Pietra di Caria è un monolite di scisti e scisti filladici dal diametro di decine di metri e con altezza pressoché equiparabile.
La folta vegetazione dalla quale sbuca imponente la Pietra di Caria non ha permesso di distinguere se questa fosse affiorante o trascinata in loco da qualche evento gravitativo recente, geologicamente parlando. Di veramente recente sono i muretti a secco che recintano il monolite e che costituiscono un vero e proprio rifugio a mo’ di grotta, probabilmente utilizzato in passato per il ricovero di animali da allevamento o da lavoro.
Con le nuove ricognizioni esplorative e gli equipaggiamenti adatti si cercherà di ricavare ulteriori informazioni riguardanti questo maestoso monumento naturale. Il luogo nel quale è posta, non è di facile accesso, ragione per cui, oltre ad essere immersa in una fitta vegetazione, rimane appannaggio di escursionisti esperti. R.C.