Lamezia, l’istituto Ardito don Bosco in difesa delle donne e dei diritti umani
2 min di letturaOggi, 25 novembre Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la lezione all’Istituto Ardito Don Bosco è stata a reti unificate, in filodiffusione, in ogni plesso e in ogni aula della scuola. Il messaggio, un fil rouge, da condividere, dentro e fuori dalla comunità scolastica, diventa un seme che genera amore e rispetto nelle coscienze di tutti .
Una giornata in cui ciascuno ha avuto il compito di partecipare. E la consegna ha prodotto una testimonianza univoca, inequivocabile. “L’amore è un fiocco rosso appuntato sul cuore che annoda legami sinceri. L’amore è un intreccio di mani che sanno dare aiuto e soccorso.
L’amore è un insieme di scarpette rosse che reclamano la libertà di percorrere la strada dei diritti. L’amore è una tavola dove si condividono speranze. L’amore è un segno rosso sulla guancia, simbolo di chi è pronto a lottare e a non soccombere sotto il peso di pregiudizi e atti di sopraffazione. L’amore non è una gabbia, nè una percossa, non è un grido strozzato, nè una tomba. Le donne sono simbolo d’amore e di vita”. La dirigente Margherita Primavera, ha espresso approvazione per l’organizzazione della giornata definendola: “Una prova di impegno collettivo in nome della difesa delle donne e, in senso più ampio, dei diritti umani”.
Le iniziative svolte all’interno della scuola sono state molteplici e trasmesse attraverso tutti i linguaggi: l’arte, la storia, la letteratura, la musica, qualificando l’offerta formativa dell’istituto con attività sempre più esperienziali. Massimo il coinvolgimento e la partecipazione di tutti gli studenti dalla primaria alla secondaria di primo grado. Dibattiti, slogan, disegni e interpretazioni hanno colorato una giornata che sicuramente lascerà un’impronta importante nelle coscienze delle giovani generazioni, stimolando la sensibilità di ciascuno verso atteggiamenti più corretti e responsabili. Tutto ciò ci fa sperare, come recita il film diretto e interpretato da Paola Cortellesi che: “C’è ancora domani”.